Dobbiamo riconoscere il calco che ci ha plasmato, e avere il coraggio di riplasmarci da soli in autonomia, con – stavolta – la possibilità di decidere la nostra direzione e i modelli che ci piacciono.
Uno degli effetti ricercati da un coaching analitico è lo stupore per le risorse personali non ancora coltivate, impiegate o utilizzate, o addirittura sprecate, e seppellite sotto strati di incrostazioni culturali e credenze assorbite, veleni culturali, sassi in uno zaino sulla schiena di chi vorrebbe correre.
Allen Carr, analizzando un meccanismo complesso come il motivo per cui molte persone iniziano a fumare, riflette sul lavaggio del cervello prodotto dall’imitazione di chi ci è vicino, e dai film, dai media, sostenendo che:
Tutti abbiamo la tendenza a pensare di essere persone intelligenti e padrone del nostro percorso esistenziale, ma in realtà il 99% di quel che siamo viene da un “calco”; siamo infatti il prodotto della società nella quale siamo cresciuti: i vestiti che indossiamo, le case in cui viviamo, i nostri modelli di vita basilari, perfino il nostro “essere diversi” tendono a essere preordinati”[1].
Decidere in cosa è bene credere anziché farselo dire dagli altri è un bene supremo. È la libertà di pensare.
Daniele Trevisani
[1] Carr, Allen (2006), Allen Carr’s Easy Way to Stop Smoking: Be a Happy Non-smoker for the Rest of Your Life, Penguin Books Ltd., London.