Autore Stefano Ferrata, Scuola Coop
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Immaginatevi il classico WASP americano, bianco, economicamente agiato, progressista, politically correct e molto attento all’alimentazione.
Conoscendo un po’ il sistema distributivo statunitense il classico cliente WHOLEFOODS, la catena stracult per quel micro?medio? segmento di clienti che fa del cibo organic l’asse portante anche del proprio stile di vita.
Bene il nostro amico ha subito un autentico shock, ma siccome è intellettualmente corretto non si è leccato le ferite in privato ma ha pubblicato un’interessantissimo video-articolo sulla rivista The Atlantic http://www.theatlantic.com/doc/201003/walmart-local-produce .
Cosa succede in breve (ovviamente vi rimando alla lettura dell’articolo e alla visione del video per una più approfondita disamina): Wal Mart a fari quasi spenti sta offrendo nei suoi reparti ferschi, per ora soprattutto nella frutta e verdura, una grande quantità di prodotti sostenibili, sia “Organic” (simili ai nostri biologici) sia da produzioni locali (vicini alla idea di KM ZERO), e lo fa riuscendo ad offrire la classica convenienza walmartiana.
Lo segnalo non per innalzare peana a quella che rimane un’azienda con mille contraddizioni ma perchè sempre più frequentemente certezze monolitiche vengono rimesse in profonda discussione; come dice una frase riportata nell’articolo di una funzionaria dell’ufficio di difesa ambientale: “è sempre più difficile odiare Wal Mart”.
Mi sembra un buon esempio di tentativo di “riscaldamento” del Brand. Lo slogan adottato da Wal Mart : KNOW YOUR FARMER, KNOW YOUR FOOD credo che renda esplicitamente l’idea e fanno sorridere le facce attonite dei 16 invitati alla cena organizzata dall’autore e basata su quattro portate “cieche” con ingredienti Wal Mart e Wholefoods: hanno votato contro le loro intenzioni ma ..al palato non si comanda!!!