… quando si pensa ad un Segreto… spesso è qualcosa di molto semplice
Di: dott. Daniele Trevisani – Fulbright Scholar, Formatore Aziendale esperto in Potenziale Umano. Maestro ed esperto in Psicologia e Formazione per le Arti Marziali e di Combattimento. Sensei 8° Dan Sistema Daoshi – Gruppo Facebook Praticanti di Arti Marziali e Sport di Combattimento in Italia
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© Articolo elaborato dall’autore, con modifiche, dal volume “Il Potenziale Umano” di Daniele Trevisani, Franco Angeli editore, Milano. Approfondimenti del volume originario sono disponibili anche al link www.studiotrevisani.it/hpm2
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© Daniele Trevisani
I Segreti Semplici nascosti nel Libro dei 5 Anelli
Musashi era un Samurai. In Giappone è considerato il più grande di tutti i Samurai mai vissuti. Ha avuto il suo primo combattimento per la vita e la morte a 13 anni, un Samurai esperto voleva vendicarsi e ucciderlo.
Vendicarsi di cosa, su un 13enne? Vendicarsi, per una disputa avuta con il padre di Musashi, uccidendo il figlio. A lui non gli rimase che combattere.
Musashi uccise il Samurai esperto con un bastone trovato lungo la strada. Un bastone contro una spada, usato da un ragazzino, contro un Samurai esperto.
Da allora ebbe decine e decine di duelli, tutti per la vita, e mai per gioco, duelli nei quali venne affrontato anche da 10 persone contemporaneamente, che volevano sfidarlo per diventare famose o alle quali la sua presenza dava fastidio. Li uccise sempre tutti, senza nemmeno guardarli, e senza vantarsene, proseguendo per la sua strada.
Nonostante quello che i benpensanti possono rapidamente pensare e giudicare, non era un violento, non fu mai né aggressivo né prepotente con nessuno, ma semplicemente, come Ronin (Samurai senza padrone), difendeva la sua libertà da chi lo voleva uccidere, in un momento del Giappone Medioevale nel quale non vi erano scelte: nei combattimenti, o si uccideva o si veniva uccisi. Quelle erano le regole. Fu tra l’altro uno dei più grandi pittori Giapponesi…
Per noi, oggi risulta difficile pensare che un pugile professionista, un kickboxer o un karateka possa essere anche Poeta o Filosof, ma in realtà il “viaggio” vero di ricerca di un praticante Marziale non è mai limitato, se interpretato in modo corretto, e si estende ad ogni campo e disciplina…
Musashi ne è un esempio per tutti, e per sempre.
Il suo segreto era un abito mentale. Quandos i considerò vecchio, si ritirò in una grotta e scrisse i suoi Segreti. Nove segreti semplici, assieme ad un libretto di qualche decina di pagine “Il Libro dei 5 Anelli”, affinché si tramandassero.
Ne vorrei parlare perché oggi – di fronte alle sfide e ai problemi veri del pianeta – di fronte alle ingiustizie e prepotenze, alle arroganze, alle cattiverie – molti non reagiscono, come fece Musashi, ma si nascondono da vigliacchi, sperando che qualcun altro, in un futuro non determinato, se ne faccia carico. Non si rendono conto che i problemi non affrontati oggi ricadranno sui nostri figli entro poco tempo.
Allora, è bene parlare di chi si impegna oggi, per produrre un contributo nelle attività umane, nello sport e fuori dallo sport, nella arti marziali ma anche nella vita, nella società, nel dare un futuro ai ragazzi, nell’insegnare qualcosa dentro e fuori le palestre.
L’insegnamento deve assumere un preciso abito mentale.
È l’assetto del guerriero, del Samurai, del combattente, del ricercatore concentrato, del missionario che crede in una causa. Di chi non si lascia distrarre dalle cose futili e dai valori di plastica.
È l’atteggiamento focalizzato di chi desidera ottenere qualcosa che reputa importante e – durante l’esecuzione – non si lascia distrarre da altro. Di chi ha un valore e lotta per esso. Di chi fa della causa una parte di sé.
Non riguarda solo enormi imprese, ma anche e soprattutto la vita di ogni giorno. Il più grande Samurai di ogni tempo, Musashi[1], così descrive l’abito mentale di chi vuole intraprendere la vita del Samurai: si tratta di segreti davvero semplici, ma per questo assolutamente attuali:
Chi voglia intraprendere la via dell’Hejò (strategia)
tenga a mente i seguenti precetti.
- Primo: Non coltivare cattivi pensieri.
- Secondo: Esercitati con dedizione.
- Terzo: Studia tutte le arti.
- Quarto: Conosci anche gli altri mestieri.
- Quinto: Distingui l’utile dall’inutile.
- Sesto: Riconosci il vero dal falso.
- Settimo: Percepisci anche quello che non vedi con gli occhi.
- Ottavo: Non essere trascurato neppure nelle minuzie.
- Nono: Non abbandonarti in attività futili[2].
Se li rileggiamo, e vi chiedo di farlo adesso… a caldo… noterete, una cosa: è qualcosa di tremendamente attuale, di tremendamente semplice. E’ soprattutto, di una pulizia assoluta.
Per questo motivo, ho deciso come sviluppatore del Sistema Marziale DaoShi, di mettere questi principi alla base di chiunque pretenda un giorno di definirsi insegnante di Arti Marziali o di Sport di Combattimento nel Sistema Daoshi. Chi insegna solo a menare le mani e non fa crescere le menti non è degno di essere chiamato Maestro e nemmeno di insegnare nel mio nome…. E’ una posizione radicale ma almeno è chiara.
Ma torniamo a Musashi.
È eccezionale notare come anche oggi questo abito mentale sia dotato di enorme suggestività per chi intende sviluppare il proprio potenziale. Ci parla, infatti, di un atteggiamento di fondo.
- È l’atteggiamento di serietà con cui un calciatore professionista rimane persona umile, cura alimentazione e riposo, rispetto al divo del calcio che assume atteggiamenti da star e si presenta tardi agli allenamenti.
- È lo spirito di una ragazza che decide di sputare (esatto, sputare) sul modello proposto dai media di cosa sia una ragazza “arrivata” (fotomodella, star televisiva, protagonista di reality show, anoressica, o bambola da chirurgo plastico) e piuttosto si impegna nello studio, in una professione utile, o in campo sociale, mandando a quel paese il modello che fa coincidere carriera con arcata dentale, natiche e scollatura.
- È il coraggio di un ricercatore che intraprende vie di ricerca e sperimentazione inusuali ma dalle quali pensa di poter dare una aiuto al mondo, piccolo o grande, anche andando contro i baroni accademici e lo status quo.
- È la saggezza del lottatore che cura attentamente il suo recupero prima di gettarsi in una nuova battaglia, consapevole del fatto che se non avrà riposato abbastanza non potrà sostenere molte battaglie e si brucerà.
- È la passione di chi si impegna per una causa, fatica, fa rinunce ma non le rimpiange, e si sacrifica per qualcosa di cui forse non vedrà nemmeno i frutti in vita.
Ma non tutto è solo sacrificio. Le performance sono anche contribuzione, gioia, celebrazione, divertimento, piacere, il gusto di fare qualcosa di importante, essere parte di qualcosa, di lasciare un segno, di compiere imprese assieme a qualcuno e fare team. O la voglia di essere ciò che possiamo essere.
I veri performer sanno anche celebrare i propri risultati e vivere a pieno.
Ciascun precetto di Musashi si riferisce anche oggi ad una o più aree della psicologia delle performance e mantiene una validità assoluta:
Un approfondimento e una riflessione sui 9 Segreti Semplici di Musashi
Primo: Non coltivare cattivi pensieri. L’esercizio di un atteggiamento mentale positivo, il pensiero positivo, la concentrazione su ciò che di buono e utile vogliamo ottenere, allontanarsi da pensieri negativi o dal male; la ricerca di quello che oggi chiamiamo uno “stile cognitivo” efficace.
Secondo: Esercitati con dedizione. Oggi chiamato training, formazione, tecniche di allenamento e addestramento, e soprattutto, la necessità del performer di applicarsi in un active training, cioè in esercitazioni attive e non solo analisi teorica, e farlo con dedizione, nel tempo, e con continuità.
Terzo: Studia tutte le arti. L’approccio enciclopedico, la contaminazione positiva che deriva dall’andare fuori dai propri recinti e studiare le cose più disparate, interessarsi anche di ciò che altre discipline indagano, il contrario della chiusura in un recinto professionale o disciplinare, male odierno, il contrario delle sette, e della cultura dell’egoismo.
Quarto: Conosci anche gli altri mestieri. La capacità di muoversi ed agire anche in campi esterni, l’allargamento del proprio repertorio professionale, sapersi muovere anche fuori dal proprio campo di azione limitato, essere capaci anche in altre abilità e professioni, spaziare, non chiudersi.
Quinto: Distingui l’utile dall’inutile. Concetto similare a quello che nel sistema HPM chiamiamo Retargeting Mental Energy, o ricentraggio delle energie mentali, ciò che permette alle persone di capire veramente cosa merita il proprio impegno e cosa non lo merita, dove centrarsi o ricentrarsi nel proprio focus di attenzione, e quindi verso cosa direzionare le energie personali.
Sesto: Riconosci il vero dal falso. Coltivare le capacità di analisi, la percezione pura e decontaminata da preconcetti e distorsioni, il bisogno di verità, il bisogno di pulizia psicologica, il bisogno di sviluppare le capacità di riconoscimento (detection) indispensabile ad esempio in chi svolge il mestiere di negoziatore o di comunicatore, o in chi guida le persone (leader) o in chi lavora in gruppo (team working). Ed ancora, il bisogno di distinguere fatti da opinioni, teorie accertate da ipotesi, affermazioni personali da idee condivise.
Settimo: Percepisci anche quello che non vedi con gli occhi. La percezione è il fenomeno oggi più centrale in molte forme di psicologia, e comprende sia la propriocezione (capacità di percepire se stessi), che la percezione ambientale. Il settimo precetto di Musashi indirizza verso abilità di percezione aumentata, disambiguamento dalle illusioni percettive, sviluppo della sensibilità umana e sensoriale, ricerca di significati e quadri di analisi (Gestalt), e il potenziamento delle facoltà di osservazione. Tratta quindi di una “percezione allargata”, opposta ad una chiusura percettiva.
Ottavo: Non essere trascurato neppure nelle minuzie. Il bisogno di entrare nelle micro-competenze, la ricerca dell’eccellenza, l’abbandono di un atteggiamento di pressapochismo e banalizzazione. Attenzione ai dettagli che contano, assunzione di un atteggiamento di amore per quello che si fa e per come lo si fa.
Nono: Non abbandonarti in attività futili. Capire che il tempo è prezioso, e dobbiamo veramente decidere se abbandonarci ad uno squallido clone del modo con cui le persone comuni usano il tempo (copiare il mainstream), lasciarsi andare come bastoni sul corso di un fiume di qualunquismo, assecondare la piattezza di ciò che tutti gli altri fanno, o assertivamente prendere in mano il nostro tempo e decidere di farne qualcosa, allenarci, studiare, intraprendere, esplorare, scrivere, condividere, sperimentare nuove conoscenze; ed ancora, capire che esistono diversi macro-tempi, quello della produttività, dello studio, dell’auto-organizzazione, delle relazioni sociali, e quello del recupero, della meditazione, del relax, ma non esistono i tempi delle relazioni obbligate, lo spreco di tempo con persone piatte o arroganti o prepotenti, e vanno riconosciute e rimosse le attività di pura abulia o distruzione di sé.
Le lezioni di Musashi vengono da un performer che ha passato la vita a sfidare la morte, e hanno un significato odierno assoluto.
È ancora più incredibile notare come già nel 1600 Musashi concentrasse tutta la sua analisi su aspetti di enorme attualità: sinergia tra corpo e mente, correlazione tra preparazione fisica e mentale, il fatto che la preparazione o una vittoria sia una conquista personale e non un diritto da pretendere, e che prima si debba cercare un approccio mentale e strategico valido, e solo dopo vengono i dettegli operativi. Una lezione che nel terzo millennio moltissimi sportivi e manager devono ancora imparare.
Quando si dedicano assiduamente tutte le proprie energie all’Hejò e si cerca con costanza la verità è possibile battere chiunque e ovviamente raggiungere la supremazia, sia perché si ha il pieno controllo del proprio corpo, grazie all’esercizio fisico, e sia perché si è padroni della mente, per merito della disciplina spirituale. Chi ha raggiunto questo livello di preparazione non può essere sconfitto[3].
Dobbiamo oggi riflettere sul significato profondo che queste parole assumono: dedizione, ricerca della verità, pulizia spirituale, sono il vero messaggio di fondo. La ricerca della supremazia e della vittoria appartengono ad una realtà medioevale, vengono dall’essere nati in un certo momento storico dove questo significava vivere o morire. Se, in una mattina del 1600, qualcuno si fosse presentato a noi con una spada per ucciderci, sarebbero state drammaticamente importanti anche per noi.
Oggi i nemici veri non portano spade ma, là fuori, si aggirano ringhiando.
Si chiamano miseria, ignoranza, ipocrisia, prepotenza, arroganza, dolore esistenziale, fame, violenza, bambini che soffrono, nepotismi, corruzione, sistemi clientelari – e soprattutto- fonte di ogni male, l’incomunicabilità.
I nemici possono essere anche dentro: presunzione, chiusura mentale, perdita di senso, perdita di stima in sè, perdita di valori, perdita di orizzonti, chiusura verso nuovi concetti, auto-castrazione, smettere di sognare o credere in qualcosa, chiusura della propria prospettiva temporale in orizzonti sempre più brevi e limitati, vivere solo per se stessi.
Contro questi nemici gli insegnamenti di Musashi, e lo spirito guerriero che li anima, hanno ancora enorme senso e validità.
Respirare ogni giorno a pieni polmoni uno spirito guerriero per fini positivi è un abito mentale. Alzarsi con questo spirito, andare a dormire con questo spirito, risvegliare gli archetipi guerrieri e direzionarli per costruire, è una sfida nuova, entusiasmante, che fa onore al dono di esistere.
© Daniele Trevisani, articolo elaborato con modifiche dal volume “Il Potenziale Umano” (Franco Angeli editore)
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Note sull’autore:
dott. Daniele Trevisani (www.danieletrevisani.com), Fulbright Scholar, consulente in formazione aziendale e coaching (www.studiotrevisani.it) insignito dal Governo USA del premio Fulbright per gli studi sulla Comunicazione nel 1990, è Master of Arts in Mass Communication alla University of Florida e tra i principali esperti mondiali in Sviluppo del Potenziale Umano.
In campo marziale e sportivo, è preparatore certificato Federazione Italiana Fitness, praticante di oltre 10 diverse discipline, Maestro di Kickboxing, Sensei (8° Dan DaoShi® Bushido), formatore di atleti e istruttori di Muay Thai, Kickboxing e MMA. E’ stato agonista negli USA nei trofei di Karate Open Interstile.
Formatore e ricercatore in Psicologia e Potenziale Umano, è consulente NATO e dell’Esercito Italiano. Laureato in Dams-Comunicazione, è inoltre specializzato in Psicometria all’Università di Padova.
Ha realizzato docenze in oltre 10 Università Italiane ed estere, ed è il tra i principali esperti italiani nella ricerca sul potenziale umano, nella formazione di manager, di istruttori e trainer per le discipline marziali e di combattimento.
[1] Miyamoto Musashi, 1584-1645, giapponese, considerato nelle arti marziali come il più grande Samurai vissuto in ogni tempo. Ebbe il primo duello mortale a 13 anni, e vinse. Vagò per il Giappone come Ronin (guerriero errante) per anni, battendosi per sessanta volte ottenendo sempre la vittoria, lottando anche contro più avversari contemporaneamente o superando imboscate e duelli con decine di avversari. A 50 anni si ritirò per dedicarsi allo studio, alla letteratura e ad altre discipline artistiche risultando un maestro in molte di esse. Nella pittura, nella calligrafia, le sue opere oggi fanno parte del patrimonio artistico giapponese. A 60 anni si ritirò in una grotta per scrivere il suo Manuale. In Giappone oggi è leggenda.
[2] Musashi, Myamoto (1644), Il libro dei cinque anelli (Gorin No Sho), edizione italiana Mediterranee, Roma, 1985, ristampa 2005, p. 61.
[3] Ivi, p. 62.
bell’articolo mi stupisce molto il fatto di come praticanti di arti marziali vissuti centinaia di anni fa avessero gia’una mentalita’ cosi’ moderna e diciamo che possa essere universalmente condivisa
sei troppo avanti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
bellissmi i 9 segreti di Musashi ciao SENSEI
Musahi può essere definito un uomo straordinario poichè attraverso la sofferenza volontaria dedicata completamente alla disciplina ha dominato la sua meccanicità, egli è divenuto padrone assoluto di se stesso, ogni suo proposito diveniva il suo Dio! Egli governava i suoi tre centri: governava il centro intellettuale, attraverso la femezza e stategia con il solo scopo di vincere; governava il centro emozionale poichè le sue emozioni non erano il riflesso di circostanze esterne, di cui solo Lui era padrone in quanto esternava emozioni proprie; governava il centro corporeo in quanto sapeva sopportare sofferenza, il sacrificio e la rinuncia volontaria, poichè egli era il solo Padrone non essendo succube dei suoi sensi in quanto li trasformava, potrebbe essere definito un vero maestro alchimista. Egli possedeva un centro di gravità permanente non soggetto a repentini cambiamenti il suo Io era unico e immutabile. Tutto questo faceva di Musahi un uomo straordinario; e non tanto per la sua destrezza nella spada, o nello sconfiggere gli avversari. Egli attraverso la via della spada ha costruito la sua anima immortale. Egli è divenuto un Uomo reale! Ha scofitto la propria meccanicità.Questo è il senso reale delle Arti Marziali! Le scuole hanno come scopo quello di creare le condizioni affinchè uomini capaci possano intraprendere un viaggio per conquista della propria anima nonchè il senso reale della propria esistenza. Questo dovrebbe essere lo scopo di ogni essere Umano, e non importa quale sia la via che si intraprende, l’importante è sapere che tutte le vie portano ad un fine, fare la volontà del Padre Assoluto!
Anche noi, abbiamo il nostro Dojokun,che si attenua alle regole,scritte dal M° Gigin Funakoshi !
Molto simile a quelle del M°Miyamoto Musashi,scritte !
Noi ci differenziamo proprio per questo,negli arti marziali!
Chi pratica il Karate e lo insegna non rispettando queste regole non é un insegnante completo !
400 anni di storia raccolti in 10 regole fondamentali !
Questa affascinante filosofia,cultura e arte , espressa con principi fondamentali , piena di ricchezza , storia e profondità !
Noi abbiamo l’obbligo , di trasmettere tutto questo !
Ecco perché le arti marziali si differenziano dagli altri sport !
Ma é un pensiero comune dei politici , pensare all’oro bisness
con gli altri sport !
Ma noi a testa alta , abbiamo sempre lottato e dimostrato di
essere superiori a tutto questo !
Oss !
Il M° Lo Giudice Claudio
Grande maestro
soppratutto un grande maestro di vita,
rimango comosso dai sui testi ,
complimenti questa e’ la filosofia giusta per affrontare la vita di tutti i giorni.
Alcuni Maestri sono diventati immortali perchè hanno saputo scrivere parole che ci toccano anche oggi, e toccheranno i sentimenti di chiunque li legga per generazioni e generazioni…
Ciao Claudio,
Grazie mille per questo pezzo così interessante e di estrema attualità. sicuramente è un buon punto per iniziare a fare alcune riflessioni. Se non ti dispiace, ho fatto un copia/incolla (incluso il tuo nome e il link di questa pagina) sulla pagina di FB del nostro dojan, sperando che altri allievi lo leggano e che possa servire loro per un corretto “stile di vita”.
Davide
Ciao Davide, mi fa sicuramente piacere se rilanci l’articolo sul vs. sito. L’unica raccomandazione che ti chiedo è di tenere tutto quanto (intestazioni, riferimenti all’autore e al libro da cui viene l’articolo anche se modificato) perchè l’editore Franco Angeli è molto severo legalmente se scopre che un pezzo è tratto senza citazioni, anche se modificato dall’autore.
Se vorrai ti mando altri articoli quando sono pronti, credo veramente in quanto scrivo e nel contributo sociale ed educativo che portiamo avanti, con dedizione, giorno dopo giorno nelle palestre e nei Dojo.
Ciao Daniele, e a presto
Ci sono insegnamenti senza tempo che grandi uomini ci hanno lasciato…affinche’anche noi potessimo raggiungere l’illuminazione. Musashi è tra gli immortali e come lui dobbiamo lottare x arrivare a questo.