Bene. Il mega Blackout in California del Settembre 2011 è colpa di una sola persona. O almeno così vogliono farci credere.
Evidentemente, chi scrive (o i portavoce delle imprese e istituzioni coinvolte) non hanno avuto alcuna formazione sul concetto di “resilienza del Sistema”, la capacità – fondamentale e necessaria – di un sistema di andare avanti nonostante un errore venga commesso, la capacità del sistema di avere contromisure immediate e stare in piedi. E manca evidentemente una sana formazione sulla Gestione delle Crisi, e sulle Comunicazioni in stato di crisi (Crisis Communication).
O non hanno la serietà ed onestà per fare analisi serie e preferiscono scaricare la colpa su un solo uomo.
Facile scaricare tutte le colpe su un operaio.
Ma il problema è in chi ha progettato un sistema costruito così. Un sistema che – se vero quanto scritto – permette ad una singola distrazione di un singolo uomo di mettere al buio 5 milioni di persone, di far chiudere 2 centrali nucleari, di intrappolare negli ascensori migliaia di persone, di bloccare le operazioni chirurgiche negli ospedali.
La Formazione, quella vera, deve insegnare ai Dirigente il senso di responsabilità per l’Organizzazione Strutturale, per la costruzione di strutture che resistano agli errori del singolo, poichè questi sono altamente probabili. Se non si fa Formazione seria, quella vera, quella che tocca i temi che contano davvero, queste sono le conseguenze.
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Articolo documentazione sul caso da: http://www.gqitalia.it/viral-news/articles/2011/9/california-e-messico-blackout-5-milioni-al-buio-per-operaio-che-ha-spento-impianto
Cinque milioni di persone senza corrente elettrica a causa di un operaio sbadato. E’ quanto sta accadendo in California, Arizona e nelle regioni settentrionali del Messico, dove un immenso blackout sta creando disagi a cinque milioni di cittadini. I disagi, probabilmente, continueranno per un altro giorno o due. Il blackout ha gettato il traffico – specie di San Diego -nel caos: e tutti i voli in partenza dall’aeroporto della città sono stati cancellati. A Los Angeles i treni sono rimasti fermi, i semafori erano spenti, molte persone sono state salvate dopo essere rimaste intrappolate negli ascensori e sulle giostre, nei parchi giochi a tema. I due reattori nucleari della California sono stati costretti a fermare l’attività. “Non è mai successo niente di simile”, ha detto Mike Niggli, presidente della San Diego Gas and Electric.
L’indagine per capire che cosa abbia scatenato il blackout è in corso: l’origine del disagio è stata individuata in Arizona. Secondo quanto trapelato, una linea elettrica tra Arizona e California è andata fuori servizio dopo che un operaio ha compiuto una manovra anomala in un impianto dell’Arizona. Insomma: cinque milioni di persone sono senza elettricità a causa dell’imperizia di un solo uomo. Un portavoce di APS, l’azienda che gestisce l’elettricità nella zona, ha detto che “due cose sono andate storte, laggiù: una è tecnica, l’altra umana. e prenderemo provvedimenti su entrambe”. Tempi bui, in arrivo, per l’operaio.
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Articolo documentazione sul caso da: http://america24.com/news/blackout-in-california-l-errore-di-un-impiegato
Un errore umano. Sembra questa la causa del blackout che ha lasciato ieri cinque milioni di utenti senza corrente elettrica in California, Arizona e Messico. Un dipendente della società elettrica Aps avrebbe commesso una svista durante una manutenzione. “L’incidente sembrerebbe causato dall’errore di un nostro dipendente”, ha detto un portavoce della società.
I tecnici sono al lavoro da ieri e l’elettricità è tornata in gran parte delle aree rimaste al buio. Ma l’allarme resta alto. Le autorità hanno invitato gli utenti a limitare al massimo il consumo di corrente, perché la rete è ancora fragile e potrebbe crollare di nuovo da un momento all’altro.
A San Diego è tornata la corrente a 1,4 milioni di utenti, ma oltre 1 milione resta al buio e alcune scuole sono rimaste chiuse. Ci vorranno almeno 24 ore, secondo la società San Diego Gas & Electric, per tornare alla normalità. Meglio in Messico, dove la rete elettrica è stata riallacciata al 97 per cento degli utenti vittime del blackout.
I guai sono cominciati alle 3.30 pomeridiane di giovedì (le 21.30 in Italia) a Yuma, in Arizona. Un dipendente della società elettrica Aps, il maggiore produttore dello Stato, era impegnato in un normale intervento di manutenzione. Ma qualcosa è andato storto ed è scattato il gigantesco blackout, che si è diffuso in California e in Messico creando gravi disagi.
L’aereoporto di San Diego è rimasto chiuso per tutta la giornata di ieri. Nel caos anche gli ospedali: “Siamo stati in emergenza tutto il giorno – ha detto Gary Fybel, direttrice del principale ospedale di San Diego – abbiamo dovuto rimandare quasi tutti gli interventi chirurgici, tranne i più urgenti”. Sulle strade, incidenti e lunghe code alle pompe di benzina.
I protocolli di sicurezza, secondo un portavoce della Aps, avrebbero dovuto restringere il cortocircuito alla sola area di Yuma, ma qualcosa è andato storto. “Stiamo conducendo delle indagini interne per stabilire il motivo per cui non sono scattate le operazioni di sicurezza”, ha detto il portavoce.
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Articolo documentazione sul caso da: http://www.leggo.it/articolo.php?id=138008&sez=ESTERI
SAN DIEGO – Un banale «errore umano» sarebbe all’origine di un black-out che per molte ore ha lasciato al buio oltre cinque milioni di persone in parte dell’Arizona, nel Sud della California e nel Nord del Messico, causando danni economici e grandi disagi a città come San Diego e Tijuana. Secondo quanto si è appreso, un tecnico al lavoro in una cruciale sottostazione elettrica nei pressi di Yuma, in Arizona, avrebbe sbagliato le procedure per la sostituzione di alcune componenti che nei giorni scorsi avevano creato problemi. Pochi minuti dopo, nella zona si sono verificate le prime interruzioni, che hanno lasciato senza elettricità decine di migliaia di abitazioni, e in breve, in una sorta di «effetto domino», i problemi si sono poi riversati nella rete di distribuzione che si estende verso Sud. Il risultato è stato per la parte meridionale della California quello che è stato descritto come uno dei peggiori black-out di sempre, ovviamente dopo quello che nel 2003 lasciò senza corrente circa 50 milioni di persone in tutta la costa Est degli Stati Uniti. In particolare il disagio è stato forte a San Diego, la ottava città in ordine di grandezza degli Stati Uniti, dove questa mattina il problema era stato arginato e la fornitura di corrente quasi del tutto ripristinata, così come su buona parte della rete. Con il Black-out sono andati in tilt centri vitali come l’aeroporto internazionale Lindbergh Field, rimasto chiuso per ore, o il sistema di semafori nelle strade, con conseguenti ingorghi diffusi. Molte persone sono inoltre rimaste bloccate negli ascensori, mentre problemi ci sono stati anche nella distribuzione dell’acqua e del gas. Gli ospedali e in particolare le stazioni di polizia hanno però arginato il problema facendo ricorso ai generatori di corrente. In tal modo, secondo quanto hanno riferito alcune fonti, sono pochi i casi di saccheggi o di arresti per furto registrati. L’interruzione di energia ha inoltre causato lo spegnimento automatico di due reattori nucleari nella centrale di San Onofrio, nei pressi di San Clemente, in California. Secondo quanto ha detto un portavoce della società ‘Edison’ per il Sud della California, la cosa non ha creato alcun allarme per la sicurezza, ma per riavviare l’impianto e riportarlo alla normalità saranno ora necessari diversi giorni. L«’errore» che ha causato il problema, che per la verità non è ancora stato accertato, si è verificato su un asse che collega le centrali elettriche con decine di milioni di clienti dal Canada fino alla Baja California, in Messico. Una struttura di particolare importanza, dove «i normali protocolli di protezione avrebbero dovuto prevenire l’interruzione, ma questa volta non l’hanno fatto», ha detto sconsolato alla Cnn Damon Gross, un portavoce del servizio di forniture elettriche in Arizona
Un commento su “Blackout in California – I tempi bui devono essere per i Dirigenti che non padroneggiano il concetto di Resilienza dei Sistemi, non per l’Operaio”
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