Incontro con il limite. Workshop esperienziale tra mente e acqua

https://www.youtube.com/watch?v=j4LFMttUxZA&feature=youtu.be

Concetti fondamentali dal volume

image022Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance

Copyright Daniele Trevisani

Ogni persona può fare incursioni fuori dalla zona di comfort, fino alla zona di sfida. L’over-reaching è per pochi e richiede un supporto di coach preparatissimi.

È necessario evitare di esporre all’elaborazione mentale una mole eccessiva di dati o problematiche (sovraccarico o overload), a meno che non si tratti di una precisa strategia allenante di sovraccarico intenzionale (overreaching), che va ingegnerizzata e non deve accadere nella normalità.

L’esigenza di disporre di un metodo ha portato i miei interventi a costruire un principio generale aperto, un metodo interdisciplinare di Regie di Cambiamento™, che comprende sotto-modelli come lo Human Performance Model (HPM), metodi sviluppato nelle nostre esperienze di ricerca e di coaching per dare struttura consistenza ai percorsi di crescita personale e/o organizzativa.

Nel progetto sulle Regie di Cambiamento sono stati inquadrati diversi tipi di stimolazione formativa, che corrispondono a spazi di azione in cui le persone si muovono:

Figura 9 – Zone stimolo e gli effetti sul potenziale personale

zone-noia-sfida-overreaching

In questa sede vogliamo esaminare il rapporto tra le zone e l’ingegneria dell’apprendimento (Learning Experience Engineering).

Il compito delle azioni di sviluppo del potenziale è allargare la zona operativa e accedere con nuove risorse alla zona che prima era proibita. Il senso sottostante non è quello di trasformare un essere umano in un robot privo di emozioni, ma di permettergli di essere ciò che può essere rimuovendo ostacoli e barriere, e accedendo pienamente alle sue risorse non ancora coltivate e trasformate in energie disponibili.

Una larga parte degli esseri umani ha il potenziale fisico, alla nascita, di arrivare a livelli atletici olimpionici, o ricercatori eccellenti, se il potenziale viene coltivato, e lo stesso soggetto potrà invece ridursi in condizioni di quasi totale abulia in condizioni diverse e negative.

Anche sul piano intellettuale, una stragrande maggioranza degli esseri umani che vedono la luce sul pianeta ha la possibilità e le basi genetiche per avvicinarsi a livelli di pensiero ed umanistici molto elevati, ad esempio laurearsi e pluri-laurearsi, essere creativi, sviluppare pensiero strategico e problem-solving di alto livello.

Una piccola frazione di persone tuttavia vi riesce, largamente a causa del clima psicologico che incontra, favorevole o sfavorevole all’autoespressione e alla crescita. Questi blocchi diventano poi auto-convinzioni, ed il circolo si chiude a spirale in un crescendo di auto-impoverimento.

Il ruolo di un professionista del potenziale umano consiste soprattutto nel costruire il clima psicologico adeguato allo sviluppo di sé, e orchestrare azioni stimolo entro una ingegneria degli stimoli che tocchi tutte le aree della crescita personale e professionale.

La noia, non subita ma adeguatamente “ingegnerizzata”, può essere utilizzata per fasi di “scarico” o recupero, la zona di comfort è utile per consolidare competenze, la zona di sfida per “produrre adrenalina”, stimolare e aumentare l’acquisizione di nuove risorse, la zona di over-reaching è utile per fare i conti con se stessi e la realtà, capire dove sono i limiti, fare “stretching” e “incursioni guidate” su aree prima proibite, ampliare gli orizzonti. Farlo senza un coaching professionale, tuttavia, significa solo farsi del male, a volte peggio. Per cui, quando fate incursioni oltre la zona del limite, abbiate sempre il coraggio di farvi aiutare. Questo è il supremo coraggio.

Daniele Trevisani

Un commento su “Incontro con il limite. Workshop esperienziale tra mente e acqua”

  1. Buongiorno Daniele, ho letto l’articolo e ci tenevo a commentarlo. Io sono un coach (http://nacho.coach) spagnolo che lavora a Milano ed a dire il vero non ho letto questo libro di cui parli, ciò nonostante sono molto curioso poiché sul mercato ce ne sono tanti che parlano di coaching (life, mental oppure un’altra versione) che non rappresentano per niente il mondo del coaching. Tu l’hai letto? Risponde a normativa ICF? Ti saluto da Milano.

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