Corso di Crescita Personale e Sviluppo delle Proprie Potenzialità

Personal Energy & Self Power

Corso di Crescita Personale e Sviluppo delle proprie Potenzialità – Master Esperienziale in Psicologia Positiva

Percorso di incontri, 1 weekend al mese, per lavorare su se stessi in un clima positivo e con il supporto di Coach altamente qualificati.

lorenzo in aulascoprire le potenzialità personali, individuali, espresse ed inespresse

  • psicologia positiva e psicologia umanistica: scoprire il potenziale umano, il proprio potenziale personale, i nostri talenti, e lavorarvi concretamente
  • riconoscere e intervenire sui momenti di bassa energia personale (cali fisici, tristezza, malinconia, difficoltà a relazionarsi, senso di scarsità delle proprie competenze, “portare maschere”, difficoltà a chiedere, considerarsi non all’altezza, non credere più a niente, far fatica a portare avanti progetti o costruirli)
  • generare attivamente stati di alta energie personale e risultati (ottimismo concreto, serenità interiore, soddisfazione, scioltezza nel relazionarsi, autenticità, assertività, identificare chiaramente obiettivi, credere e costruire il futuro)
  • fare esperienze concrete di crescita personale, per conoscere se stessi e sentirsi più efficaci
  • migliorare le proprie capacità di comunicazione, sul piano umano e professionale
  • comunicazione assertiva ed efficace, relazionarsi e negoziare con modalità migliori
  • raggiungere focalizzare i propri obiettivi, micro e macro, quotidiani e di medio e lungo termine
  • quando il concetto di “cambiare vita” diventa fatto reale e possibile: favorire i cambiamenti nello stile di pensiero e i cambiamenti nello stile di comportamento che portano verso una maggiore gratificazione
  • autostima, conoscere e lavorare sui fattori che la producono o la depotenziano
  • psicosomatica e benessere del corpo
  • bioenergetica ed esercizi per la salute fisica e mentale come aree integrate
  • conoscere la mente tramite le neuroscienze e capire alcuni dei meccanismi che ci controllano, per diventarne consapevoli e imparare a gestirli
  • le emozioni: la psicologia delle emozioni, la capacità di riconoscerle, comunicarle e viverle
  • la personalità, scoprire il proprio “archetipo” dominante, gli archetipi alternativi, i modi con cui l’immagine di noi stessi influenza la nostra stessa vita
  • il training mentale per sviluppare e rafforzare l’immagine di sè e i propri piani d’azione

master 2013-05-25-1929Metodo didattico attivo. La modalità con cui vengono condotti gli incontri è soprattutto esperienziale, concreta, basata soprattutto su esercitazioni pratiche che aiutano a fare propri i concetti e non solo ad “ascoltarli”.

Chi può partecipare? Chiunque sia intenzionato a fare proprio un viaggio di scoperta delle proprie capacità e potenzialità, sperimentare nuovi modi di comunicare, vivere ed esplorare stili di pensiero più produttivi, e aumentare le proprie energie personali.

I partecipanti provengono dal mondo delle professioni, sportivi, allenatori, coach e trainer, manager o imprenditori, studenti, e chiunque sente che nella via del proprio percorso sia importante trovare compagni di avventura e di viaggio, confrontarsi con “Maestri” e coach, sviluppare conoscenze nuove, trovare soluzioni, attivarsi concretamente per conquistare i propri sogni e obiettivi. Il percorso si rivolge quindi a persone che cercano un ambiente ottimale per apprendere meglio i meccanismi di funzionamento della mente, della psicologia, della comunicazione, e fissare traguardi piccoli o grandi, trovare metodi e confronti utili per avvicinarsi alle proprie potenzialità e coltivarle ogni giorno, con il supporto di un team di 4 coach Senior altamente qualificati.

Seminari speciali a tema

Durante il percorso è possibile partecipare a diversi seminari speciali e “Master Lecture“, lezioni che focalizzano un argomento specifico, sul quale in seguito vengono svolte esercitazioni e letture con materiale forniti in pdf, da leggere non obbligatoriamente ma come arricchimento personale, tra una sessione e l’altra del Master.

I seminari sono condotti con uno stile pratico, comprensibile, non accademico, e coinvolgente, per far capire veramente alle persone come funzionano alcuni meccanismi che quasi sempre nella vita ci sfuggono. Meccanismi che se invece capiti, permettono di raggiungere risultati professionali e di vita assolutamente superiori a quelli che si ottengono senza conoscenze adeguate.

Allo stesso tempo, i seminari hanno una impostazione imprescindibile: serietà e scientificità, non illustrano teorie non provate o semplici congetture, ma portano a livello pratico e applicabile il meglio di quanto scoperto dalla scienza sulle aree della crescita personale, comunicazione, psicologia positiva, stili di vita e di pensiero e come intervenirvi. La presenza di improvvisatori, in questo campo, è anche già troppa.

I seminari riguardano:

Psicologia Psicosomatica

Come la mente agisce sul corpo. Quando il corpo si ammala. La salute fisica connessa alla ricerca dello stato mentale ottimale. Le leggi del sonno, del recupero e della rigenerazione fisica e mentale. Alimentazione e psicosomatica. Respirazione, stili di respirazione e lavoro pratico sulla respirazione. Gli stati del sistema nervoso (simpatico e parasimpatico): come riconoscere i segnali di attivazione e intervenire precocemente per riallineare mente e corpo ai nostri desideri e stati ottimali. Potenziare le capacità di attivazione, di rilassamento, di concentrazione.

Bioenergetica applicata

Il principio carica-scarica. Il lavoro di Alexander Lowen e le moderne innovazioni che derivano dalle contaminazioni olistiche con ginnastica, psicologia, arti marziali, neuroscienze. La connessione tra bioenergetica e ginnastica tradizionale. La connessione bioenergetica arti-marziali. Esercizi pratici di Neo-Bioenergetica applicata. Potenziare il corpo per potenziare la mente. La Systematic Self-Observation (SSO), osservazione sistematica del nostro stato di energie, applicare il Monitor Interiore al proprio stato fisico e mentale.

Comunicazione e Persuasione

Il modello Shannon-Weaver e l’esame dei fattori della comunicazione persuasiva. Le Dissonanze. Il modello Tensione-Impulso-Movente-Azione. l modello del Comportamento Pianificato e la modifica delle mappe mentali. Il T-Chart: comprendere la psicologia del tempo per fare leve persuasive efficaci. La comunicazione persuasiva applicata tramite esercizi di ascolto e domande. Esercizi di comunicazione potenziata con tecniche retoriche, di visualizzazione e immaginazione guidata.

La Comunicazione Assertiva

Cosa vogliamo, cosa non vogliamo. Identificare gli scostamenti tra come siamo e come vorremmo essere. distonie tra identità e immagine. “Tutto parte dalle Energie“: come le Energie condizionano la nostra capacità di comunicare. Imparare ad esprimere i propri bisogni ed esigenze. identificare credenze negative su di sè e sbloccarle. Imparare a dire No di fronte a richieste che distruggono le proprie energie. Imparare a dire Si di fronte alle opportunità. Dare e ottenere quello che si desidera nelle relazioni evitando soprusi e aggressività.

La Leadership

I meccanismi di leadership nel dirigere un gruppo. Dare obiettivi. Verificare risultati, comportamenti, atteggiamenti. Verificare il proprio stile di leadership. Leading by Principles & Leading by Example. La condivisione dei principi. Il lavoro sulla Memetica del gruppo e sugli stili di pensiero del gruppo. La valorizzazione dei Potenziali Personali e del Potenziale del Team. La comunicazione nel team: come comunica un team ad Alte Prestazioni. I Bilanci di competenze, i bilanci dei risultati, i climi emotivi.

La comunicazione non verbale e i segreti del Body Language

Quando il corpo contraddice le parole. Riconosce le bugie e le dissonanze. Il sistema cinesico e le distanze personali. Il sistema aptico e tattile. La prossemica e gli stili di comportamento non verbale. Le posture. Le sinestesie e congruenze verbali e non verbali. I movimenti del volto e il Facial Action Coding System. I movimenti del corpo. L’espressività corporea.

Comunicazione efficace vs. incomunicabilità

Quando la comunicazione è efficace e quando si genera incomunicabilità i segnali dell’incomunicabilità. Il modello delle 4 distanze (4 Distances Model, Trevisani) per riconoscere i 4 strati dell’incomunicabilità. Il lavoro sui ruoli. il lavoro sui codici comunicativi. Il lavoro sul Common Ground valoriale e la visione del mondo. Il lavoro per creare esperienze condivise e condivisione.

La Psicologia degli Archetipi

Riconoscere il nostro Archetipo dominante. I modelli che ci guidano e ci ispirano. Esame di video e role-playing per imparare a riconoscere gli Archetipi dai comportamenti. Il lavoro di connessione tra Archetipi e Obiettivi Personali. La ristrutturazione dei propri Archetipi e il viaggio di Crescita Personale. Esame di personaggi filmici e vide-spezzoni per potenziare le capacità di riconoscimento. Esercitazioni di sblocco personale.

Per iniziare a conoscere le metodologie applicate nel Master, è possibile consultare i seguenti volumi (specifiche dispense vengono fornite ai partecipanti in ciascun modulo).

Lo staff docente è selezionato in base ad una scelta rigorosa che lo differenzia da molte altre proposte di formazione e scuole di coaching:

si avvale unicamente di docenti Senior con 25 anni di esperienza di ricerca e didattica, che devono possedere  – ciascuno – esperienza diretta nel campo, Laurea  e specializzazioni – con comprovate esperienze lavorative, scientifiche e di ricerca. L’attuale panorama di scuole di ogni tipo composte da personaggi dalle poche conoscenze scientifiche, per non parlare di sette e manipolatori, ha richiesto questa scelta di fondo rigorosa a tutela dei partecipanti stessi.

Lo staff del percorso vede la presenza di:

Dott. Lorenzo Manfredini -Psicologo – Psicoterapeuta – Supervisor di Counseling – Giornalista. Con 2 lauree all’attivo (Pedagogia e Scienze Motorie-Isef) e 40 anni di esperienza sul campo, è precursore in Italia delle metodologie di Dinamica Mentale già dagli anni pionieristici in cui esse sono emerse, è Direttore di Scuole di Counseling, e formatore pioniere da cui hanno attinto molti attuali protagonisti del mondo del coaching e della formazione in Italia. Coach di Campioni Mondiali in discipline quali apnea, volo a vela e sport estremi. Si occupa attivamente di Psicoterapia ad indirizzo Corporeo e Psicologia Umanistica, sia come pratica personale in qualità di psicologo psicoterapeuta, che cooperando con istituti di ricerca scieentifica e ricercatori internazionali.

Dott. Daniele Trevisani – Consulente, Formatore, Coach, Scrittore, Ricercatore Indipendente. Scrittore di 9 libri editi da Franco Angeli, autore di Bestseller quali “Potenziale Umano” e “Personal Energy”. Vincitore del premio Fulbright (Governo USA) come miglior ricercatore italiano nelle scienze della Comunicazione e Fattore Umano già dal 1990, è inoltre coach di atleti di livello mondiale inclusi 5 Campioni Mondiali e Intercontinentali in Kickboxing, Boxe e Arti Marziali. Ha operato come consulente e formatore per oltre 200 imprese nazionali e internazionali, incluse le Nazioni Unite e la Nato, e oltre 10 diversi Master. Opera come formatore e coach internazionale per Frost & Sullivan (Londra), Commax Consulting (Monaco di Baviera), Akvilon (Kiev) su progetti formativi complessi e piani di coaching manageriali e sportivi internazionali.

Prof. Angelo Gemignani. Neuroscienziato, psicofisiologo dell’Università di Pisa, del Centro Extreme della Scuola superiore Sant’Anna e ricercatore dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr. Opera negli studi inerenti lo stress su settori di confine quali l’esplorazione spaziale, i funzionamenti della mente e le neuroscienze applicate alle performance umane.

La scuola del Master Step è accreditata da Sicool (Società Italiana Counselor e Operatore Olistico) e – per chi in seguito desidera proseguire la propria formazione – le ore formative sono inoltre valide come crediti formativi per il conseguimento dei diplomi previsti dalla Legge 2013 (Operatore Olistico e Counselor).

Costo del’investimento formativo

€ 1.500

Dove si tiene il Master (nella foto, una delle 3 piscine dell’hotel)

piscina-esterna-hotelGli incontri si tengono in uno splendido Hotel 4 stelle termale, convenzionato a costi assolutamente scontati per i pertecipanti del Master (59 euro per notte) a Montegrotto Terme (provincia di Padova, servito da comoda stazione ferroviaria sulla linea Bologna-Venezia). Questa struttura offre la pecualirità unica in Italia di realizzare esercizi di coaching speciali, sulle emozioni e sulla bioenergetica in ambienti acquatici, e specificamente in acque termali, sotto la guida di trainer esperti in attività acquatiche (Scuola Nazionale di Apnea) per esplorare dinamiche di respirazione, rilassamento, controllo emotivo e corporeo. Le attività in acque termali non sono obbligatorie ma sempre estremamente gradite e fonte di gratificazione in quanto generano un forte benessere psicofisico.

Modalità di iscrizione

Chi è interessato a ricevere maggiori informazioni può compilare questo form per poi proseguire con un contatto telefonico e un colloquio preliminare e conoscitivo.

Modalità di iscrizione: chi è interessato a ricevere maggiori informazioni può compilare questo form per poi proseguire con un contatto telefonico e un colloquio preliminare.

In alternativa, è possibile scrivere direttamente al dott. Daniele Trevisani nell’indirizzo visibile al sito www.studiotrevisani.it – sarà nostra cura rispondere al più presto.

dal “Diario di Simona”… Simona Galassi, Campionessa Mondiale di Boxe.. l’esperienza dell’allenare la Mente

Simona%20Galassi%20WBC%20champ galassi02sub galassi_2simona_galassi_21Proponiamo volentieri in questo blog l’esperienza di avvicinamento della Campionessa Mondiale di Boxe Simona Galassi, al mondo del Training Mentale… un avvicinamento in punta di piedi, l’ingresso in un mondo nuovo e poco conosciuto, e probabilmente l’apertura di nuovi orizzonti non solo nello sport…

Il Diario di SIMONA Il Diario di SIMONA

05/02/2013

NUOVE FRONTIERE DELL’ALLENAMENTO: IL TRAINING MENTALE.

A seguito della mia inaspettata e soprattutto pesante sconfitta nella sfida mondiale dell’ottobre scorso è stato necessario   per me sottopormi ad una attenta radiografia (in senso figurato naturalmente !!) che mi guardasse dentro nel profondo per capire cosa mi aveva portato ad essere sul ring così diversa dalla Campionessa che ci saliva poco tempo prima….  certo la lista dei problemi di questa carriera professionistica è molto lunga…le difficoltà economiche, la mancanza di supporti logistici, di datsport_focus_image36ce9dd926e88767c7f795ed938f83e8e certe e di concretezza sono solo alcune tra le motivazioni di usura fisico-mentale che rendono impossibile una programmazione utile e sensata per arrivare al top ad un evento importante come una impresa mondiale…

…però nonostante i continui rinvii e le incertezze della gara, grazie al mio preparatore Davide Carli ero riuscita ad arrivare in uno stato fisico soddisfacente e quindi? cos’è mancato?… è ancora difficile ammetterlo ma ciò che non è salito sul ring quella sera sono state la mia determinazione di sempre, la convinzione e la voglia di soffrire…certo non poco per chi nella vita fa del suo mestiere il pugilato ma purtroppo capita che  per superare momenti difficili si compia l’errore di mentire a se stessi e di andare avanti svuotati delle proprie certezze fingendo di averle come dote naturale ed invece anch’esse sensibili alle carenze di rafforzamento e bisognose di allenamento…

Nel valutare questi aspetti ho parlato con più persone al riguardo e più volte si è accennato all’utilità del training mentale, una nuova frontiera che si sta ampiamente allargando nel mondo sportivo, soprattutto ad alti livelli….       Nella mia testa, profana ed ignorante sull’argomento, mi domandavo di cosa si trattasse e già mi immaginavo a parlare con uno strizzacervelli sul senso della mia vita e del perchè delle mie scelte…beh!! niente di tutto ciò:  l’occasione di incontrare il Dott. Daniele Trevisani e di potermi avvicinare grazie alla sua disponibilità a questo tipo di allenamento mi ha concesso di conoscere un’ interessante strada di potenziamento psicologico su una base applicativa assolutamente pratica:

La lezione si basa infatti su due momenti di allenamento fondamentali e distinte: una parte di allenamento dinamico, in piedi ed in movimento, al sacco,a coppie o in gruppo dove si affrontano ed applicano le tematiche sulla percezione sensoriale, i tempi di reazione, gli atteggiamenti mentali nelle diverse fasi del combattimento e le reazioni, istintive o controllate alle stesse…insomma un modo di rendere cosciente e migliorabile ciò che si  vorrebbe o dovrebbe fare nella strategia del match…

la seconda parte, a terra, è invece dedicata alla meditazione ed alla stimolazione mentale vera e propria cercando di migliorare l’atleta nella capacità di rilassamento , di visualizzazione e controllo mentale…..sono entrata in questa disciplina in punta di piedi, con tantà curiosità ed un pizzico di circospezione ma in poche lezioni ho potuto apprezzare spunti di lavoro interessanti consapevole che l’ allenamento non interessa solo il fisico e che per emergere le doti mentali siano fondamentali anche nello sport….quindi che dire…buon allenamento a tutti!!!

fonte: http://www.simonagalassi.it/diario-simona.php#!prettyPhotoDiario[diarioSimo]/0/

Master in “Mental Training & Coaching”

Executive Master in “Mental Training & Coaching”, Febbraio-Luglio 2013

Realizzzione e Direzione Scientifica, Associazione S.T.E.P, Diretta dal dott. Lorenzo Manfredini.  Psicologo, Coach Nazionale Italiana di Apnea, con il contributo del dott. Daniele Trevisani, Formatore e Coach.
STEP aderisce, con i suoi fondatori, al circuito Nazionale di Categoria Professionale dell’Associazione ’Sicool’ registrata nella banca dati del C.N.E.L. – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro – Organo di consulenza delle Camere e del Governo. Regolarmente iscritta presso il Co.L.A.P. – Coordinamento Nazionale Libere Associazioni Professionali – Aderisce all’Associazione Europea di Counseling (E.A.C – European Association for Counseling), attraverso il Coordinamento Italiano delle Associazioni di Counseling – C.I.A.C.

 Presentazione

Il Master in “Mental Training & Coaching” si svolge nei weekend con training in full-immersion, e nasce dall’idea di impiegare in chiave personale e professionale le capacità e le esperienze della psicologia e della comunicazione.

I presupposti del Coaching derivano dall’integrazione di diversi modelli teorico applicativi che hanno studiato la struttura dell’esperienza soggettiva dell’essere umano ed hanno elaborato tecniche di intervento per il cambiamento personale e per la realizzazione di prestazioni di qualità.

Il Mental Training nasce come integrazione e rielaborazione delle esperienze di professionisti del settore (in campo psicologico, psicoterapeutico, consulenziale e aziendale) la cui formazione deriva, in particolare, dai modelli della Psicologia Umanistica, della Psicoterapia Corporea, della Psicoterapia Cognitiva, della Programmazione Neurolinguistica e della Gestalt. Gli studi delle neuroscienze e del pensiero creativo, hanno costituito una parte integrante che ha contribuito alla sperimentazione ed alla elaborazione di questa impostazione metodologica.

L’Associazione STEP consapevole ha ideato il progetto di formazione orientato alla professione di coach-formatore sulla considerazione della diffusione in molteplici settori lavorativi di questa metodologia di intervento e, soprattutto, dopo averne sperimentato l’efficacia ai fini del raggiungimento di scopi significativi per la persona.

Lo scopo di questo progetto è fornire ai partecipanti l’opportunità di apprendere teorie, metodi, tecniche e competenze per saper “fare” e per saper “essere” una persona migliore e, conseguentemente, un coach-formatore capace, grazie ad un percorso di intenso coinvolgimento e di qualità delle materie trattate.

Anche se le tecniche di coaching hanno ambiti di impiego estremamente diversificati – life coaching, executive coaching, mental training per gli sportivi, career coaching – sono tutte comunque finalizzate al raggiungimento di obiettivi personali, al miglioramento degli standard di performance ed al conseguimento di una formazione che renda la persona autonoma di procedere oltre grazie agli strumenti ed i metodi acquisiti nel corso della formazione.

Il coaching, pertanto, è soprattutto crescita, cambiamento, trasformazione e focalizzazione delle risorse interne su quegli aspetti della vita personale che ancora non hanno raggiunto livelli giudicati soddisfacenti.

In questa ottica il Master in “Mental Training & Coaching” mette al centro dell’attenzione l’individuo e la sua crescita personale nel contesto in cui opera, orientandola ad una ‘presenza’ radicata, equilibrata, autorevole, competente e capace di utilizzare al meglio le risorse personali e del gruppo.

Obiettivi generali del Master in “Mental Training & Coaching

Il corso è stato organizzato in modo tale da fornire ai partecipanti conoscenze teoriche e pratiche, attraverso un’intensa attività di formazione personale basata sull’esperienza ed il coinvolgimento diretto. I partecipanti impareranno a padroneggiare una metodologia di intervento con la quale affrontare in modo creativo e personale i processi di cambiamento e di crescita a livello individuale e di gruppo, in ambito relazionale, sportivo e professionale.

Al termine del corso il partecipante avrà acquisito le competenze di base per svolgere le seguenti attività:

  • coaching one-to-one (colloquio d’ascolto e motivazionale)
  • coaching con piccoli gruppi di lavoro
  • coaching per il problem solving
  • coaching per lo sviluppo del potenziale creativo individuale e di gruppo
  • coaching per la salute (eustress e gestione degli stati ansiosi)
  • coaching psicocorporeo

Vengono inoltre fissate le basi per realizzare:

  • coaching per lo sviluppo del potenziale professionale individuale
  • coaching per lo sviluppo del potenziale sportivo
  • coaching per lo sviluppo dei team (aziendali e organizzativi)
  • coaching di team sportivi
  • coaching aziendale

 

Quali sono gli sbocchi professionali?

Il Master in “Mental Training & Coaching” è un’occasione di formazione personale in cui le competenze apprese possono essere spese in molti e svariati campi operativi. Le competenze nel Coaching in genere vengono estremamente apprezzate in diversi ambiti tra cui le professioni di:

  • Personal Trainer
  • Formatore Aziendale
  • Personal Coach Aziendale
  • Personal Coach Sportivo
  • Lifecoach
  • Esperto di Comunicazione
  • Addetto alla Formazione ed allo sviluppo dei percorsi formativi
  • Addetto alle Risorse Umane
  • Leader di gruppi e Responsabile di gruppi di lavoro
  • Allenatore o Dirigente di Team
  • Dirigente d’Impresa
  • Dirigente di Team Sportivi

In ogni area in cui il fattore umano sia indispensabile, le competenze di coaching sono determinanti per far crescere le persone e per la crescita di se stessi.

Struttura Didattica

 

Il master segue la struttura didattica degli Executive Master accademici statunitensi, che comprendono un Major e un Minor, e una articolazione temporale concentrata.

  • Il Major rappresenta il tema principale del Master: Mental Training & Coaching.
  • Il Minor rappresenta un il tema di specializzazione specifica.

I tre Minor o Specializzazioni vengono conseguiti attraverso lo sviluppo della Tesi finale, e consistono in

  • Business Coaching
  • LifeCoaching
  • Sports Coaching

Il Master offre una conoscenza generale su entrambe le tre tematiche, permettendo poi di affrontare con maggiore approfondimento tramite la tesi una area coerente con le proprie sfere di interesse.

Pertanto il partecipante avrà conseguito un “Executive Master in Mental Training & Coaching”, con specializzazione a scelta in:

•      Business Coaching

•      LifeCoaching

•      Sports Coaching

Esempio di attestato finale:

 

Metodologia multidisciplinare al Coaching

In questa parte del programma si curano gli aspetti teorici e metodologici del Coaching con la presentazione dei modelli di base riguardanti il pensiero creativo che hanno contribuito alla formulazione della metodologia. Le lezioni di teoria riguarderanno essenzialmente l’analisi del processo psicologici nel problem solving e nella realizzazione degli obiettivi. Si passerà dall’introduzione di alcuni concetti riguardanti il funzionamento del cervello creativo, alla presentazione delle funzioni mentali, fino all’approfondimento della metodologia applicativa basate su tali presupposti.

Le fasi e le procedure della metodologia hanno, infatti, lo scopo di stimolare e sviluppare il processo di pensiero creativo nell’elaborazione e nella realizzazione degli obiettivi e dei successi personali, nel problem solving, nella crescita personale, professionale ed organizzativa. Con una precisa metodologia si aiutano i partecipanti a sviluppare e implementare un approccio flessibile in grado di trasformare un ‘problema’ in una ‘opportunità’.

 

Teoria e tecniche del Training Autogeno

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento basata sulla correlazione tra stati psichici (in particolare le emozioni) e aspetti somatici dell’individuo. Ogni esperienza viene mediata, infatti, dal soma: attraverso questo si può accedere, usando una sorta di “corsia preferenziale”, all’origine dell’esperienza stessa. Si apprendono queste tecniche per meglio comprendere e gestire i propri processi corporei interni.

 

Teoria e tecniche del Training Mentale
Il Training Mentale permette di riconoscere le ragioni che stanno dietro i sentimenti e le azioni che si compiono.

È una tecnica la cui padronanza permetta l’acquisizione di strumenti utili per il proprio benessere psicofisico, per l’autocontrollo e per sviluppare la creatività attraverso gli strumenti della consapevolezza, dell’ascolto, del rilassamento e della visualizzazione.

 

Teoria e tecniche del Training Cognitivo e modelli del Potenziale Umano

La scienza cognitiva ha dimostrato come la mente costruisca modelli mentali a partire dalla percezione, dalla comprensione del linguaggio, dall’immaginazione e dalle conoscenze depositate in memoria.

In questa parte del programma verranno approfondite le seguenti tematiche:

  • come i bambini sviluppano i propri modelli mentali;
  • come l’uomo progetta artefatti e sistemi di elaborazione con cui comprendere la realtà;
  • come acquisire e manipolare un modello;
  • come possano derivare nuovi modelli da modelli precedenti,
  • come i modelli generino pensieri ed emozioni (Piaget, Bandura e altri)
  • come apprendono gli adulti (Andragogia) –  diversamente dai bambini – quali esigenze specifiche o condizioni si manifestano, e quindi quali modelli di sviluppo o cambiamento possiamo usare (modelli di Regie di Cambiamento, modelli del Potenziale Umano, modelli della Motivazione al Cambiamento).

Teoria e tecniche della Programmazione Neurolinguistica

La PNL è ormai conosciuta a livello internazionale come una tecnologia del cambiamento particolarmente efficace e versatile. Nell’ambito del coaching è pertanto essenziale conoscere il modello di funzionamento mentale proposto da questa disciplina fondata negli anni ’70 da Richard Bandler e John Grinder che approfondirono gli studi effettuati da maestri della psicoterapia come Fritz Perls, Virginia Satir e Milton Erickson.

Il successivo sviluppo di questa disciplina, ancora oggi in piena espansione, ha portato ad un proliferare di tecniche e tipologia di intervento tanto incisive quanto affascinanti.

La PNL costituisce pertanto un’ottima integrazione del Coaching dato che uno dei principi su cui si basa consiste proprio nell’ampliamento creativo delle mappe della realtà per arricchire le possibilità di scelta dell’essere umano.

 

Psicologia sociale e personalità

  • Gli atteggiamenti e le credenze
  • La mappa dei valori e la teoria del comportamento pianificato
  • Le decisioni e l’influenza delle aspettative
  • Allargare la sfera della percezione di controllo situazionale
  • Ruoli sociali e stereotipi
  • La psicologia degli archetipi
  • Maschere sociali e impression management

Analisi Transazionale e relazioni interpersonali

  • Gli stati della personalità
  • La congruenza fra messaggi impliciti ed espliciti
  • I livelli multipli di comunicazione, apparente e reale

 

Teoria e tecniche del Training Corporeo

Cosa favorisce il flusso esperienziale dell’approccio corporeo-relazionale?

La risposta può sembrare semplice ma la messa in pratica è una conquista:

  • Ascoltarsi e osservarsi.
  • Avvertire il proprio emergente movimento interiore.
  • Seguire il flusso del proprio dialogo interno, fatto di parole o suoni.
  • Visualizzare immagini, discorsi, ricordi.
  • Esprimere liberamente il proprio corpo con la voce, il respiro e il movimento, a terra, in aria e in acqua.
  • Giocare con oggetti piccoli e grandi, con persone e rappresentazioni.
  • Il tutto senza giudizio e nei limiti dell’espressione simbolica.

Lo scopo principale di questo programma è quello di aggiornare le conoscenze e le risorse creative del corpo e di arricchire i propri riflessi naturali; lo scopo ultimo è quello di imparare ad affrontare la vita con un rinnovato spirito creativo di scoprire il proprio ‘radicamento’ personale.

Tecniche di rilassamento (in ambienti terrestri e in acqua)

Il rilassamento è un modo interessante di “prendersi cura ed aiutare a crescere”. Vengono studiare le principali tecniche di rilassamento applicabili in ambito sportivo, manageriale, e personale.

In particolare, tra le unicità del Master, vi è l’approfondimento delle opzioni relative al rilassamento in ambiente acquatico e al lavoro in acqua come tecniche di coaching, applicabili sia in contesti di crescita personale che in temi applicati quali la leadership o la rivisitazione del gesto sportivo.

L’ambiente acquatico di una piscina è “micro-gravitario”: quando ci si immerge si riduce in parte l’azione della forza di gravità – con grande sollievo per la schiena, la spina dorsale ed il collo.

L’acqua bassa è adatta anche a chi non sa nuotare; quella termale non “stressa” il sistema termoregolatore dell’organismo e permette di liberare il corpo.

Gli esercizi di rilassamento e di bioenergetica, praticati nell’acqua termale, oltre ad avere benefici fisici e corporei, permettono di accedere a

livelli sempre più profondi di rilassamento mentre il corpo diventa progressivamente più fluido e la mente recupera uno stato positivo e generativo.

L’ambiente caldo e confortevole in cui si svolge la didattica ha, infine, anche un piacevole effetto socializzante.

 

Videointervento

Il Video intervento è un mezzo rapido che permette di apportare dei cambiamenti all’interno di una relazione, grazie all’osservazione diretta di fatti ‘evidenti’.

Dopo aver ripreso due o più persone mentre interagiscono tra loro, si osserva – insieme al coach – gli elementi del video. Dato che ci si focalizza su specifici schemi di interazione, questo lavoro può diventare rapidamente produttivo di cambiamenti concreti.
Il video intervento viene usato frequentemente nel trattamento della sintomatologia infantile, nei problemi di interazione fra genitore e figlio, nella terapia di coppia ed anche nella supervisione di uno staff professionale.

Psicobiologia del comportamento umano

  • Definizione degli scopi della psicobiologia come scienza e come disciplina culturale.
  • Il comportamento umano nella sua accezione psicobiologica.
  • L’anatomia e la fisiologia del cervello umano.
  • La biologia del cervello umano. Stress, ormoni, comportamento.
  • Il comportamento umano: normalità ed anomalie.
  • La neurobiologia della creatività
  • La neurobiologia del problem solving

Relazioni umane e dinamica di gruppo

  • La psicoanimazione dei gruppi
  • Tecniche di psicoanimazione
  • L’attualizzazione del sé
  • Lo sviluppo del potenziale umano

Psicologia dell’educazione

Il corso intende offrire una panoramica concettuale della comunicazione interpersonale con alcuni approfondimenti specifici riguardanti: l’anatomia di un messaggio; le barriere comunicative; il processo della comunicazione: la comunicazione regolativa, descrittiva e rappresentativa; l’ascoltoattivo; la maturità dell’educatore; le abilità nella gestione dei conflitti: assertività, saper confrontarsi lealmente; il dialogo educativo; il linguaggio del corpo e del comportamento nell’interazione educativa.

Esperienze pratiche guidate e tirocinio

1) Percorsi e tecniche del Training Mental Coach

Le tecniche verranno sperimentate personalmente dai partecipanti, sia come addestramento per il loro utilizzo pratico, sia nel percorso formativo mirato all’esperienza di crescita personale.

2) Strumenti per la formazione personale e valutazione del processo formativo

Ogni partecipante, nel corso delle attività didattiche, effettua un percorso di coaching personale in gruppo, riguardante obiettivi personali di formazione e sviluppo; questa modalità didattico formativa consente al partecipante di sperimentare personalmente, la metodologia e le tecniche del Training Mental Coach.

3) Esercitazioni di consulenza e intervento formativo

Verranno effettuati il tirocinio e le esperienze pratiche guidate, che consentiranno al partecipante di esercitarsi, guidati dalla supervisione del docente, negli interventi formativi attraverso simulazioni, giochi di ruolo, prove pratiche. Sono previsti inoltre momenti di tirocinio in aula durante i quali si avrà la possibilità di apprendere, attraverso il modeling, le modalità di intervento in gruppo.

Certificazioni

Al completamento della frequenza verrà rilasciato l’attestato di frequenza in:  Mental Training & Coaching

E’ inoltre possibile per il partecipante avere nell’attestato anche la specificazione del percorso di approfondimento scelto.

  • Business Coaching
  • LifeCoaching
  • Sports Coaching

Destinatari

Persone, sportivi, insegnanti, professionisti, genitori, manager.

Durata e luogo di svolgimento

Il corso dura circa 8 mesi, con attività formative organizzate in fine settimana didattici (1 WE al mese).

 

Date 2013 (Montegrotto Terme – PD)

 

Date Master in Mental Training & Coaching

  • 23-24 feb
  • 23-24 mar
  • 19-20-21 apr
  • 25-26 mag
  • 22-23 giu
  • 19-20-21 lug

 

Organizzazione e metodologia didattica.

La metodologia didattica è organizzata in modo da stimolare nel partecipante un processo di apprendimento creativo-emozionale attraverso il coinvolgimento e l’integrazione dei vari sistemi rappresentazionali, dei diversi stili e delle fasi di acquisizione ed elaborazione dell’esperienza.

Il processo di apprendimento è di tipo teorico-pratico e si sviluppa attraverso la comprensione delle radici di ogni tematica affrontata di volta di volta (il perché), la presentazione approfondita delle nozioni in grado di formare la conoscenza (il cosa), la sperimentazione dei risvolti applicativi (il come) e dei possibili sviluppi e implicazioni future attraverso lo studio di casi concreti (il se).

Sono previste le seguenti attività didattico-formative:

  • esercitazioni
  • role play
  • film didattici (visione dei film, feedback con integrazioni teorico-metodologiche, interazione di gruppo, modeling degli esempi di successo)
  • lezioni frontali
  • sperimentazione diretta delle procedure e delle tecniche che si svolgerà attraverso

l’esperienza personale, l’approfondimento teorico, l’apprendimento dell’intervento, della valutazione e del feedback, le sessioni di coaching di gruppo.

Sono previste inoltre testimonianze di sportivi di elite, manager o professionisti che hanno particolarmente distinto la propria capacità di coltivare il potenziale personale, al fine di esaminare le dinamiche mentali e comportamentali da essi adottati, ed apprendere le best-practice riproducibili nel coaching.


Iscrizione 2013
: € 1.500 più iva

Per informazioni e iscrizione:

Dott. Lorenzo Manfredini. Psicologo – Psicoterapeuta – Trainer di Counseling – Giornalista.

Cell.  328 7049684

www.apneaconsapevole.com

manfredinilorenzo@gmail.com

Dott. Daniele Trevisani. Consulente e formatore aziendale, studioso di psicologia manageriale e potenziale umano, cui ha dedicato numerosi libri e articoli, applicato al coaching aziendale in oltre 200 imprese, e al coaching sportivo con campioni mondiali di diverse discipline marziali.

http://www.studiotrevisani.it e blog http://studiotrevisani.wordpress.com/ – email visibile direttamente sul sito o contattabile tramite form sul blog

Cr. Armando Lombardi. Counselor Sportivo -Trainer e Supervisor. Docente di Counseling a Orientamento Corporeo Naturopatico, già Docente a Contratto presso Scuola dello Sport del CONI  Centro Olimpico Acquacetosa Roma e Coordinatore Attività Area Psicologica Nazionali Azzurre di Apnea. Trainer di Mental Coaching in Stage con componenti della Nazionale Azzurre di tiro con l’Arco Istintivo; Mental Coach di Atleti Nazionali del Nuoto di Gran Fondo e con Atleti di Endurance.

Cell.  333 6340073

armandolombardi1@virgilio.it

Zone di lavoro per la crescita personale: tra apatia e perfezionismi inutili

Autore: Daniele Trevisani. Estratto dal volume “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano, 2009, Copyright

2.9.  Ricerca dell’eccellenza vs. perfezionismi inutili

Chi si occupa di performance è spesso portato a confondere due piani distinti di una prestazione: la perfezione e l’eccellenza.

Una prestazione eccellente è quella che offre contributi significativi a chi ne deve fruire, mentre una prestazione perfetta è spesso autoreferenziale, forzatamente ed esasperatamente sovraccarica di attenzione, anche nei dettagli nei quali nessuno può percepire un contributo in più o vantaggi ulteriori veri.

La vera eccellenza si misura sul valore vero prodotto, non in finezze snob.

I performer non possono essere danneggiati dalla ricerca della perfezione ma devono essere stimolati dalla ricerca dell’eccellenza. Si tratta di una differenza sottile ma importante.

Perfezionismo e ricerca dell’eccellenza sono atteggiamenti diversi. Il perfezionismo assorbe energie in modo maniacale anche oltre il livello in cui un contributo diventa significativo. Consuma energie inutilmente.

Le attività dei cercatori di perfezione non sono mai finite, mai terminate, mai perfette, esiste sempre una ragione per non completarle o non essere soddisfatti di sè.

L’eccellenza richiede che le energie vengano investite là dove un contributo produce effetti, e sino al livello in cui un miglioramento è reale, percepibile, dotato di senso, creatore di valore buono, e non oltre.

Il perfezionismo non aumenta il successo delle persone, è uno stato di maniacalità. Il successo è determinato dal talento, energia, impegno, non dal perfezionismo o testardaggine verso i dettagli inutili. Il successo avviene nonostante il perfezionismo, non a causa di esso. Come evidenzia Greenspon[1], il perfezionismo è una sorta di malattia:

“Il perfezionismo non è fare del proprio meglio, o ricercare l’eccellenza. È una convinzione emotiva sul fatto che la perfezione sia la sola via all’accettazione personale. È la convinzione emotiva che solo essendo perfetti uno sarà finalmente accettato come persona”.

Un coaching efficace dovrà aiutare il cliente o team ad identificare le soglie di valutazione corrette nelle proprie attività, evitando sia le performance scadenti che quelle dotate di attenzioni maniacali non necessarie.

Localizzare dove si situino le varie attività dell’individuo o del team in questa scala, è fondamentale. Specificamente, localizzare la differenza tra il perfezionismo inutile e l’eccellenza è particolarmente importante nel metodo HPM, vista la presenza della cella “micro-competenze”, che stimola proprio ad andare alla ricerca dei dettagli significativi su cui lavorare. Essa – ricordiamo – non è da non confondere con l’ossessione maniacale sull’inutile e sulla superficie.

Una delle funzioni fondamentali del coaching e della formazione consulenziale consiste proprio nell’aiutare le persone a capire su quali aree è bene investire e su quali invece sia inutile farlo ora, o non valga la pena in quanto il livello raggiunto è già sufficientemente buono.

Le persone non riescono, da sole, il più delle volte, a percepire se stesse con lucidità, a fissare bene i propri scopi, ancora meno a raggiungerli o sviluppare performance ottimali. Esiste una coltre di nebbia che offusca la visione di noi stessi e i nostri veri obiettivi. Guardare oltre non è facile, e anche una sfida, per definizione, non è semplice.

Il coaching, la formazione, la consulenza, sono discipline che – quando fatte con passione e serietà – lavorano sul dare supporto individuale, o a una squadra o intera organizzazione, per aiutarla a percepirsi correttamente, senza lenti sfuocate, a fissare veri obiettivi e fare piazza pulita di falsi obiettivi o presupposti fuorvianti, evolvere e andare verso nuove sfide, crescere, progredire. Perché il senso dell’uomo è questo: la ricerca.

Rispetto alle variabili del modello HPM, ciascuna può essere osservata come uno spazio di crescita con territori in parte conosciuti e raggiunti, ed altri ancora da conquistare ed esplorare.

La domanda non diventa se andare avanti, ma come. Il fatto di andare avanti deve diventare un atteggiamento di fondo, forza di volontà costante.

Un’ultima convinzione e riflessione: l’eccellenza non è materia solo tecnica. L’eccellenza si raggiunge quando si crede in qualcosa.

I puri di cuore, e coloro che lavorano per una causa, fanno quasi sempre cose eccellenti, poiché vi mettono passione.

La tecnica e la formazione ci possono solo aiutare a trasformare la purezza del cuore e la volontà in progetti reali, tangibili e utili.

Vivere, essere puri di cuore, e morire

Per rendere immortale il nostro spirito.

Gustavo Adolfo Rol (1903-1994)

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Copyright, Articolo estratto con il permesso dell’autore, dal volume di Daniele Trevisani “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano.2009. Pubblicato con il contributo editoriale di Studio Trevisani Communication Research, Formazione e Coaching.


[1] Greenspon, T. (2008), The Courage to be Imperfect: Tom Greenspon on Perfectionism, Northwestern University, Center for Talent Development.

Preparazione psicologica dei manager

Autore: Daniele Trevisani. Estratto dal volume “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano, 2009, Copyright

Tecniche della preparazione psicologica in campo ma­na­ge­riale

Anche il management aziendale trova di fronte a sé problemi da risolvere in cui sono fondamentali le strategie mentali che adotterà, ancora più della conoscenza dell’argomento.

Alcuni temi cardine della preparazione psicologica dei manager sono:

  • capacità decisionali (non procrastinare le decisioni, affrontare le problematiche, capire quando arriva il decision time);
  • capacità di ragionamento logico;
  • capacità di ragionamento creativo;
  • atteggiamenti di problem-setting (voler inquadrare i problemi veri e non accontentarsi di falsi problemi o problemi mal formulati);
  • saggezza decisionale;
  • distacco situazionale;
  • capacità empatiche;
  • variabili della personalità, es.: introversione vs. estroversione;
  • gestione emotiva;
  • creatività;
  • spirito di ricerca;
  • locus of control (localizzazione corretta della propria sfera di controllo e responsabilizzazione);
  • propensione al rischio, valutazione del rischio e atteggiamenti corretti;
  • crisis management e capacità di lavorare in stato di crisi;
  • capacità aumentate di apprendimento dall’esperienza (lessons learned);
  • capacità di autocritica, autoanalisi, spirito di umiltà;
  • capacità di rimproverare correttamente e costruttivamente, riprendere ove necessario, dare feedback;
  • capacità di gratificare, localizzare momenti e tempi in cui farlo;
  • analisi situazionale e percezione aumentata;
  • rimozione di manierismi e atteggiamenti di facciata inutili, senza intaccare la cortesia e la correttezza nei rapporti.

 

Per ogni profilo manageriale esistono esigenze di preparazione psicologica diversa. È importante quindi stendere una precisa wish-list (lista dei desideri) rispetto ai tratti psicologici importanti per i profili chiave (key-po­si­tions) in cui l’azienda gioca la sua partita sul mercato. Sbagliare e inquadrare male questi profili professionali dal punto di vista psicologico è drammaticamente dannoso.

Questo bisogno si estende anche sul piano delle abilità relazionali in azienda e fuori. Un manager preparato sui temi tecnici del proprio business ma debole nelle energie necessarie a condurre relazioni avrà poca strada avanti a se, così come un atleta fisicamente forte ma emotivamente molto fragile.

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Copyright, Articolo estratto con il permesso dell’autore, dal volume di Daniele Trevisani “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano.2009. Pubblicato con il contributo editoriale di Studio Trevisani Communication Research, Formazione e Coaching.

Potenziamento delle competenze emotive e nuove competenze emotive

Autore: Daniele Trevisani. Estratto dal volume “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano, 2009, Copyright

2.5. Le nuove competenze emotive (mood awareness, mood labeling, mood monitoring, cognitive la­beling)

Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro per dare l’esempio.

(Jacques Prévert)

L’umore è uno degli elementi più esplicitamente correlati alle energie mentali, e dalle forti capacità “contagiose”, in bene e in male.

Un umore è una condizione emotiva di maggiore durata rispetto al­l’emozione istantanea, e meno collegata ad un singolo evento scatenante.

I tipi di personalità sono invece tratti più duraturi che predispongono a tipi di umore specifici. Lottare contro l’eredità umorale appresa è una sfida nobile.

Secondo Thayer, l’umore è un prodotto di due dimensioni, l’energia e la tensione[1]. Gli umori positivi avvengono in zone di energie elevate e stato di calma, mentre ci sentiamo peggio quando siamo in condizione di basse energie fisiche accompagnate a tensione emotiva.

Bassi livelli di energie mentali sono in genere accompagnati da condizioni umorali negative, tristezza, depressione, mentre alti livelli sono accompagnati da stati positivi, dal rilassamento sino alla gioia e all’euforia.

Ciò che ci interessa maggiormente in termini di coaching analitico è il concetto di mood awareness[2], la consapevolezza dello stato umorale, una capacità specifica ed allenabile, composta da mood labeling (saper etichettare lo stato emotivo in corso) e mood monitoring (saper monitorare l’anda­mento del proprio umore, coscientemente, tener traccia delle variazioni).

Il labeling, in particolare, rappresenta il ponte essenziale tra il sentimento interno e la possibilità di comunicarlo.

Comunicare ad altri come ci si sente è importantissimo, ed è tema di cui si occupano molte ricerche, che giungono a inquadrare il concetto di empatia interna[3], o la capacità di capirsi. Questa dipende anche dalla capacità di trovare etichette (verbali) per gli stati cognitivi e per i sentimenti vissuti.

Conoscere i propri stati e non negarli è essenziale, ma poi serve la capacità di descriverli e – soprattutto –  l’occasione fisica, vera, di parlarne a qualcuno che ci ascolti.  Trovare oggi chi sia in grado da farci da contenitore emotivo è qualcosa di estremamente raro, ma non è su questo che mi voglio soffermare ora. Il fattore tecnico è che anche quando questa occasione di ascolto accade, non siamo sufficientemente capaci di esprimere i nostri veri sentimenti con precisione. Di questo ogni coach, leader o psicologo dovrebbe tenere conto.

Più in generale, la capacità di riuscire a dare nome e descrizione ai processi mentali in corso (cognitive labeling skills) permette di crescere psicologicamente.

Infatti, non è per nulla scontato sapere come ci si sente, riuscire a riflettervi sopra analiticamente, o riuscire a comunicarlo, prima che gli umori diventino distruttivi. Molti subiscono lo stato umorale passivamente, o non riescono a condividerlo, o essere ascoltati, e in questo modo non arrivano a scardinare i meccanismi che lo generano, o replicare stati positivi.

Le energie mentali producono specifici stati umorali. Nella fig. 2 vediamo diverse tipologie.

La domanda primaria rispetto allo schema evidenziato è “come ti senti?” L’attività di scavo deve riguardare invece il “perché ti senti così?”

All’interno delle risposte devono essere notati e scoperti i meccanismi di ragionamento che depotenziano e corrodono l’umore, le azioni e stili di vita che avvizziscono la persona, gli stili cognitivi disfunzionali, le aree su cui lavorare, e tutte le azioni invece positive da consolidare e rinforzare.

La psicoenergetica nel metodo HPM si occupa dei fattori psicologici che producono tali stati soggettivi o livelli di umore.

In questo lavoro, non è possibile astenersi dal giudizio, non è possibile evitare di applicare valori e criteri di riferimento personali.

In questo, il coaching differenzia sostanzialmente dalla psicoterapia non direttiva, in quanto arriva a dare giudizi di valore e indicare strade da perseguire.


[1] Thayer, R. E. (1989), The biopsychology of mood and arousal, Oxford University Press, New York, NY.

Thayer, R. E. (1996), The origin of everyday moods: Managing energy, tension and stress, Oxford University Press, New York, NY.

Thayer, R. E. (2001), Calm Energy, Oxford University Press, New York, NY.

[2] Woodhouse, S. S., Gelso, C.J. (2008), Volunteer Client Adult Attachment, Memory for In-Session Emotion, and Mood Awareness: An Affect Regulation Perspective, Journal of Counseling Psychology, v. 55, n. 2, pp. 197-208, Apr.

[3] Jackson, E. (1986), Internal Empathy, Cognitive Labeling, and Demonstrated Empathy, Journal of Humanistic Education and Development, v. 24, n. 3, pp. 104-115, Mar.

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Copyright, Articolo estratto con il permesso dell’autore, dal volume di Daniele Trevisani “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano.2009. Pubblicato con il contributo editoriale di Studio Trevisani Communication Research, Formazione e Coaching.

Potenziare la corteccia prefrontale sinistra: la nuova frontiera

Autore: Daniele Trevisani. Estratto dal volume “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano, 2009, Copyright

2.3.  Potenziare la corteccia prefrontale sinistra

Le neuroscienze insegnano che il cervello risponde agli stimoli con meccanismi molto simili a quelli dei muscoli: le aree usate frequentemente lavorano, si rafforzano, si “irrobustiscono”, si potenziano; le aree inutilizzate diminuiscono di tono e volume sino a divenire quasi inesistenti (chi ha avuto lunghe ingessature si è potuto rendere conto direttamente di quanto il non-utilizzo produca riduzione del volume della zona ingessata).

Lo stesso meccanismo accade nella mente. Una sequenza di momenti positivi e sensation windows positive (SW) allena e tiene attiva la corteccia prefrontale sinistra, la cui attività si correla a emozioni positive (gioia, capacità di cogliere le positività, sensazioni, energia, coscienza)[1]. Al contrario, una sequenza di SW negative allena la corteccia prefrontale destra, maggiormente specializzata nel cogliere emozioni negative.

Addirittura, i neuro-scienziati hanno dimostrato un effetto sull’induzione di percezione e ricordo positivo, tramite stimolazioni magnetiche dirette (repetitive transcranial magnetic stimulation) della zona orbitofrontale sinistra[2].

In termini di coaching formativo, non volendo confondere i ruoli (le  stimolazioni tramite attrezzature biomedicali sono sfera medica), preferiamo indurre una uguale e maggiore capacità (persino più duratura) tramite apprendimento esperienziale, per vivere i goal e obiettivi positivi, generando stimoli allenanti ed esistenziali adeguati. Questi effetti non sono banali.

Va da se che se alleniamo molto un braccio e l’altro no, avremmo degli scompensi. Così come se avessimo una gamba potente e muscolosa e un’al­tra de­bole e avvizzita, la nostra camminata sarebbe zoppicante, e l’equilibrio dell’or­ganismo si farebbe deficitario. Ogni disequilibrio fisico porta a ripercussioni negative su tutto l’apparato scheletrico e muscolare, ed ogni disequilibrio mentale a malfunzionamento del pensiero, malessere e sofferenza psichica.

Il funzionamento ottimale dipende perciò anche dalla capacità di creare equilibri e simmetrie, e un potenziamento “stupido”, che non tenga conto degli equilibri, ma cerchi solo “potenza”, è dannoso, distruttivo.

Lo stesso accade nella mente. Dobbiamo imparare ad allenare e stimolare la corteccia prefrontale sinistra e in generale a vivere le emozioni positive non solo in seguito ad eventi enormi (lotterie, vincite) ma anche e soprattutto in attività che altrimenti non coglieremmo. Dobbiamo programmare spazi e tempi in cui farlo. È questione di sopravvivenza.

Disintossicare la mente non è quindi più solo arte ma anche scienza.

È importante quindi non solo generare spazi e tempi dedicati, ma anche cogliere sensazioni positive (sensation windows), esperienze che sfuggono anche se limitate o non eterne, e il dono che ne deriva.

La vita ci offre continuamente doni, anche se limitati.

Per dono limitato si intende la sensazione che anche un semplice gesto o atto può portare per pochi istanti, senza pretendere che esso duri per sempre.

Ed ancora, apprendere a cogliere energie da una capsula spaziotemporale (il dono di un frame), fa parte di nuove abilità da coltivare in sé e negli altri.


[1] Vedi, tra i contributi di ricerca sul tema: Davidson, R. J. (1998), Understanding Positive and Negative Emotion, in LC/NIMH conference proceedings “Discovering Our Selves: The Science of Emotion”, May 5-6, 1998, Decade of The Brain Series, Library of Congress, Washington DC.

[2] Schutter, D. J., van Honk, J. (2006), Increased positive emotional memory after repetitive transcranial magnetic stimulation over the orbitofrontal cortex, Journal of Psychiatry and Neuroscience, Mar. 31 (2), pp. 101-104 (Department of Psychonomics, Affective Neuroscience Section, Helmholtz Research Institute, Utrecht University, Utrecht, NL).

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Copyright, Articolo estratto con il permesso dell’autore, dal volume di Daniele Trevisani “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano.2009. Pubblicato con il contributo editoriale di Studio Trevisani Communication Research, Formazione e Coaching.

La progressione

Autore: Daniele Trevisani. Estratto dal volume “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano, 2009, Copyright

2.2.  Attivare e potenziare le energie mentali: lo stato psi­co­e­nergetico e la preparazione psicologica

Jules: Per me è troppo stare insieme a te!

Hilary: Fammi capire… stare con me è troppo cosa?

È… troppo divertente? O troppo intenso? Troppo bello?

Jules: Richiede troppa energia.

Dal film: A time for dancing, di Peter Gilbert

Raggiungere il proprio potenziale non è solo materia muscolare o di sviluppo fisico. Anzi, vi sono attività nelle quali il supporto biologico e fisico è soprattutto latente, agisce in background, e predomina ampiamente la presenza di energia mentale e motivazionale.

Tra queste, le professioni prettamente intellettuali, o la prestazione didattica-educativa, o ancora le micro-prestazioni quali gestire una riunione tra manager, o l’atto dell’ascoltare un cliente, un collega, un familiare. In tutte queste situazioni, e in molte altre, le energie mentali sono fondamentali.

Anche nelle prestazioni più prettamente fisiche, come correre, lottare, combattere, o saltare, il grado di motivazione e le energie mentali addizionali possono fare la differenza tra una prestazione standard e una prestazione eccellente. La voglia di fare è più potente di qualsiasi integratore.

Le energie mentali si attivano ampiamente sul fronte delle relazioni interpersonali. Anche stare con una persona richiede energie. Nei rapporti umani vi sono storie che logorano e consumano energie, altre che ne danno, altri ancora che innescano forti flussi di scambio reciproco, e numerose sfumature intermedie. Servono energie anche per incontrare le persone.

In ogni attività umana la componente fisica rimane importante ma comunque il supporto biologico non è condizione sufficiente ad esprimere performance: è una condizione necessaria, ma non l’unica parte della ricetta.

Le attivazioni fisiche sono diverse, impegnando maggiormente il sistema cognitivo e relazionale nell’attività manageriale, e il sistema muscolare e respiratorio nel caso di azioni ad alta fisicità. Tuttavia, nessun manager può permettersi di non respirare, e nessun pugile può permettersi di non pensare. Sono dati di fatto. Corpo e mente funzionano bene solo in sinergia.

Mentre il supporto bioenergetico è decisamente variabile, il supporto motivazionale deve essere presente in ogni situazione nella quale si richieda sforzo, impegno, dedizione, presenza mentale.

Il senso della psicoenergetica è quindi orientato a cogliere la componente non fisica della performance e del wellness.

La prestazione umana è ampiamente condizionata dal fatto di sentirsi “su di morale” o “giù di morale”, pieni di “voglia di fare” oppure svuotati, “carichi” o “scarichi”. Una scarsa condizione psicoenergetica si traduce in senso di stanchezza psicologica, apatia, perdita di vitalità, incapacità di reagire o di fare.

Esistono certamente collegamenti importanti tra energie biologiche e energie mentali. Ad esempio, la condizione di insufficienza di zuccheri e di ossigeno nel sangue conduce ad una diminuzione della capacità di ragionamento. Il nutrimento biologico della mente è indispensabile per farla funzionare. Ma se la benzina è di scarsa qualità, il motore andrà male.

I tentativi goffi di accrescimento delle energie mentali agendo esclusivamente tramite la via biochimica, dimenticando il lato esistenziale, sono distruttivi. Gli interventi chimici vanno distinti da quelli esistenziali.

Curare l’infelicità con le medicine, o generare motivazione con una pillola non sono lo scopo di una via umanistica per le performance e il potenziale.

Ridurre tutto a chimica e fisica (riduzionismo psicofisiologico), impedisce di ragionare seriamente sul piano spirituale della vita. Negare un livello di valutazione esistenziale e filosofica dell’essere umano impoverisce l’analisi.

I rimedi farmaceutici finalizzati a risolvere il fattore “energie mentali” su un piano puramente biologico (sostanze psicoattive e psicofarmaci) sono da tempo considerati approcci insufficienti. Sono utili a spegnere incendi, non a creare felicità vera, lavorano sul sintomo e non sulla radice esistenziale di un disagio o della motivazione. E nemmeno possono durare a lungo.

Come evidenzia Jung, è molto riduttivo accettare una concezione materialistica…

secondo la quale la psiche sarebbe il prodotto delle secrezioni del cervello, come la bile lo è del fegato. Una psicologia che concepisca ciò che è psichico come un epifenomeno farebbe meglio a chiamarsi “fisiologia cerebrale” e ad accontentarsi dei modestissimi risultati che offre una psicofisiologia del genere[1].

 

Un’eccellente condizione psicoenergetica vede la persona lucida, “su di morale”, carica di energia e – nel campo professionale – creativa, concentrata, produttiva, più saggia, meno vittima degli umori, e, nel campo fisico, desiderosa di esprimere tutto il suo corpo nell’azione, vogliosa di fare, di sudare, di correre, saltare, lottare, muoversi, e di amare.

Le stesse attività che possono dare gioia (es.: correre, nuotare, giocare, fare una vacanza, stare con amici) diventano fonte di dolore se affrontate con livelli di energie mentali basse e in condizioni di umore negativo.

Sviluppare energie mentali elevate è un nostro obiettivo, ancora più sfidante rispetto al piano di lavoro delle energie fisiche, poiché lo stato di avanzamento delle conoscenze scientifiche sul funzionamento della mente è meno evoluto rispetto a quello sul corpo.

Il lavoro sulle energie mentali può essere avviato in un coaching ma diventa poi responsabilità della persona farlo diventare normalità, con un impegno essenzialmente quotidiano, continuativo, determinato dalla volontà di una progressione. Come evidenzia un classico di Jung:

Per progressione s’intende anzitutto l’avanzamento quotidiano del processo psicologico di adattamento. Come è noto, l’adattamento non si raggiunge mai una volta per tutte…[2].

Jung affronta, già nel 1928[3], i problemi dell’energia mentale, cercando (almeno concettualmente) di distinguere l’energia vitale dalla forza vitale. Secondo Jung l’energia vitale rappresenta un concetto soprattutto biologico, mentre la forza vitale sarebbe una specificazione di un’energia universale.

Possiamo o meno essere d’accordo, tuttavia il lavoro pionieristico di Jung avanza temi di frontiera e pone domande ancora non risposte, sulle connessioni tra energie biologiche e mentali, e su come accrescere l’“energia vitale”.

Ciò che sappiamo è che le energie mentali elevate non sono analizzabili in modo riduzionistico (solo biologicamente): esiste il tema delle condizioni esistenziali (e non solo biologiche), ad esempio una buona autostima e la fiducia in sé, il supporto degli altri, avere vicino persone sincere che ci apprezzano anche nei nostri difetti e non ci giudicano in continuazione, o il giocare un ruolo che si sente a pieno come proprio, tratti che non vogliamo esaminare solo sotto il profilo biochimico ma richiedono un intervento di analisi esistenziale.

Dobbiamo quindi comprendere che lo sviluppo delle energie mentali richiede il frutto congiunto di una analisi fisica delle condizioni biologiche dell’organismo (condizione bioenergetica) abbinata ad una analisi esistenziale dell’individuo.


[1] Jung, C. G. (1928), Energetica Psichica, Boringhieri, Torino, p. 48 (traduzione italiana, edizione 1970), p. 20.

[2] Ivi, p. 48.

[3] Ibidem.

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Copyright, Articolo estratto con il permesso dell’autore, dal volume di Daniele Trevisani “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano.2009. Pubblicato con il contributo editoriale di Studio Trevisani Communication Research, Formazione e Coaching.

La relazione tra energie personali e aspirazioni personali

Autore: Daniele Trevisani. Estratto dal volume “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano, 2009, Copyright

2.2. Gli effetti positivi delle immissioni di energie sui livelli di performance e di aspirazione

In termini di psicologia positiva notiamo che l’immissione di energia in una qualsiasi cella può apportare maggiori energie al sistema, e quindi riflettiamo sul fatto che esistono molteplici modi e strade, enormi opportunità, per poter accrescere le energie personali e fare coaching e formazione di qualità.

La liberazione da una catena, o “togliere un sasso dal proprio zaino”, può aprire le strade della volontà per una scalata ulteriore. In generale, le immissioni di energie in un certo stadio aumentano il livello di fiducia in se stessi, autostima e percezione di autoefficacia. Aumenta il senso di libertà.

Le osmosi energetiche portano ad una maggiore propensione dell’indi­viduo verso l’assunzione di rischio positivo, di accettazione di sfide che prima il soggetto riteneva impensabili o troppo pericolose. Per rischio positivo intendiamo azioni che non siano minate da un livello di aspirazione malato, superumano e maniacale, condotte col cuore ma anche con la ragione.

I livelli di aspirazione sono decisamente correlati alle energie circolanti.

Gli studi scientifici di Bresson individuano il livello di aspirazione come “il risultato che un soggetto si dà per un fine da raggiungere, in un compito che ammette diversi gradi di realizzazione”[1].

A bassi livelli di energie personali corrispondono bassi livelli di aspirazione. Le energie si abbassano drasticamente, e i compiti o goal che l’individuo sente di poter gestire si richiudono sempre più entro una nicchia, sino ad implodere, se la tendenza non viene invertita.

Quando mancano le energie, ogni rischio assume sembianze mostruose, persino lo scendere in strada, o l’incontrare altre persone. Al contrario, forti osmosi energetiche positive (contaminazioni positive tra energie fisiche, mentali, competenze, volontà) conducono alla voglia e consapevolezza di poter accettare sfide e rischi superiori, persino lanciarsi con un paracadute, o condurre una operazione chirurgia al cervello (per un medico), o accettare la sfida di avere figli in un mondo difficile (per ogni genitore), o iniziare a pensare di potersi laureare, per qualcuno che aveva rinunciato a questa idea non sentendosi all’altezza, e tante altre occasioni di crescita.

Per questo motivo, nel metodo HPM, quando i canali per introdurre energie sono bloccati da un certo lato (poniamo i valori, o le competenze), è possibile sia teoricamente che concretamente aggirare questo ostacolo. Potremo partire dalla base delle energie fisiche, o da altri canali aperti o apribili, per incrementare le energie totali del sistema. È un lavoro sperimentato e funzionante nella pratica, di cui troviamo crescente supporto teorico.

Avviare il lavoro, e sbloccare i meccanismi, è più importante che fare un lavoro ingegneristicamente perfetto ma – nei fatti – solo teorico, vuoto.

L’effetto di trascinamento e di osmosi positiva avrà riverberi anche sugli altri stati altrimenti inaccessibili per via diretta.


[1] Bresson, F. (1965), Rischio e personalità. Il livello di aspirazione, in Trattato di Psicologia Sperimentale, a cura di Paul Fraisse e Jean Piaget (1978), Einaudi, Torino, p. 458. Edizione originale: Traité de Psychologie Expérimentale. VIII. Langage, communication et décision, 1965, Presses Universitaires de France, Paris.

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Copyright, Articolo estratto con il permesso dell’autore, dal volume di Daniele Trevisani “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano.2009. Pubblicato con il contributo editoriale di Studio Trevisani Communication Research, Formazione e Coaching.

Immettere energie e coltivare il potenziale personale

Autore: Daniele Trevisani. Estratto dal volume “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano, 2009, Copyright

I meccanismi energetici nel modello HPM sono molteplici, ma per ora osserviamo due meccanismi in particolare:

  • le diffusioni energetiche: le immissioni di energia in un’area hanno implicazioni positive (fanno bene) anche alle altre aree;
  • i drenaggi energetici: i cali o blocchi di energia in un’area danneggiano anche le altre aree.

(Commento inedito da intervista all’autore: …per immettere energie nel sistema dobbiamo svolgere un lavoro allenante, partendo da qualsiasi “angolazione” di attacco sia per noi più facile in questo momento: fare sport, migliorare una tabella allenante, mangiare meglio, coltivare amicizie, tagliare con abitudini dannose, cercare le positività che non riusciamo più a scorgere, lottare per una causa giusta, impegnarsi in un progetto. Tutte le azioni positive hanno influenza sulla capacità del sistema nel suo complesso. Nessuna è inutile. Man mano che procediamo con azioni positive, il sistema personale ne viene potenziato e nuove azioni positive, prima giudicate impossibili, diventano progressivamente alla nostra portata).

 Le implicazioni per lo sviluppo personale sono numerose, ma soprattutto:

 – è possibile realizzare una strategia di immissione selettiva di energie in un’area, per poi utilizzarla come perno per lo sviluppo di altre aree. Ad esempio, creare grounding bioenergetico, il che significa lavorare principalmente sulle energie del corpo per poi poter “fare leva” su un corpo energeticamente carico, su un fisico forte, pronto ad assumersi impegni psicologicamente rilevanti, anche gravosi, goal e obiettivi sfidanti;

–  è possibile realizzare una strategia di immissione multipla di energie ricercando una crescita su più livelli e stadi. Ad esempio, lavorare sistematicamente e contemporaneamente su tutte le aree del modello HPM.

 In generale, un lavoro su un’area è possibile solo se i livelli energetici di base dell’area toccata sono a livello sufficiente per supportare carichi superiori. Se non vi sono condizioni minime, occorre trovare strade alternative.

Ad esempio, in campo manageriale è completamente inutile realizzare un intervento dalle grandi ambizioni  (job enrichment, job enlargement, role-modeling, e altri), attaccando lo strato delle macro-competenze, se le micro-competenze di supporto sono insufficienti. Se una persona non sa nemmeno gestire una riunione di un piccolo gruppo di lavoro, inutile passare a temi ancora più complessi che poggiano su competenze che ancora non ci sono.

Altrettanto inutile è riempire di competenze (skills) un manager se mancano le energie motivazionali (volontà) necessarie a mettersi in gioco.

Inutile studiare nuovi progetti creativi se l’intero team è in stato di demotivazione cronica o affaticamento. Una persona disabilitata nelle energie mentali non va da nessuna parte, non porta avanti nemmeno se stessa, e tantomeno il progetto più ambizioso che qualsiasi mente possa partorire.

In generale, in mancanza di energie, il “nuovo” non viene affrontato. Sem­plicemente non ci sono le forze per affrontare il cambiamento.

L’area psicoenergetica assieme a quella bioenergetica sono quindi ancoraggi forti di lavoro per un coaching e una formazione seria e analitica.

Saltarli piè pari e passare subito alle competenze applicative è inutile. Così come costruire progetti che richiedono presenza di energie che non ci sono.

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Copyright, Articolo estratto con il permesso dell’autore, dal volume di Daniele Trevisani “Il Potenziale Umano“, Franco Angeli editore, Milano.2009. Pubblicato con il contributo editoriale di Studio Trevisani Communication Research, Formazione e Coaching.